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"Oggi la flessibilità è determinata dalle imprese. con l'accordo in Germania la flessibilità per la prima volta può essere chiesta dal lavoratore per le esigenze del lavoratore". È quanto ha affermato Maurizio Landini, segretario confederale Cgil, ai microfoni di "6 su Radio 1" commentando la notizia dell'introduzione in Germania della settimana lavorativa a 28 ore.
È infatti una notizia storica quella dell'accordo pilota di Stoccarda che prevede oltre a un aumento dei salari del 4,3%, la possibilità per i lavoratori di ridursi l'orario settimanale per un periodo massimo di due anni.
"Un punto molto significativo - ha proseguito poi Landini - fatto nel Paese più avanzato sul piano tecnologico e anche sul piano dei livelli di produttività e di investimenti in questi anni. I problemi esistono anche in Germania ma questo indica la necessità di aumentare i salari per bilanciare la domanda interna e i consumi".
Gli accordi sono stati fatti in una regione, il Baden-Württemberg, e adesso dovranno essere estesi a tutti i land, compresi quelli dell'est dove le condizioni di lavoro, di salari e diritti erano più bassi. “Si tratta di unificare i diritti per rilanciare i consumi. In Italia dobbiamo farlo perché purtroppo nel nostro Paese le diseguaglianze sia di reddito che di lavoro che di condizione sono molto pesanti e generano paure, precarietà e disagi sociali molto grandi. Quindi questo - afferma ancora Landini - è un tema che dobbiamo affrontare sia aumentando i salari, sia agendo su un'altra leva che è quella fiscale".