“In pochi giorni il Governo sta facendo regali ad imprese e banche, con il colpo di mano sul Codice Appalti e con la proposta del prestito pensionistico. Mi sembra che non abbia bisogno di una legge sulle lobbies, le ha in casa”. E' duro l’attacco che sferra oggi Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, parlando con i giornalisti a margine di un convegno a Palermo sull’amianto, nel Safe Day, la giornata mondiale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che vede gli edili Cgil Cisl Uil manifestare in numerose piazze italiane con lo slogan #RicordiamoliTutti.

“Consentire il massimo ribasso nelle gare al di sotto di un milione di euro, che rappresentano il 90% del totale degli appalti nelle costruzioni, significa continuare a mutuare l’idea diffusa tra le imprese che la sicurezza ed il lavoro siano costi e, come tali, possano essere ridotti. Altrimenti come si può vincere un appalto con il 40 o 50% di ribasso?” spiega Schiavella, che accusa “il Governo sul nuovo Codice Appalti ha compiuto un vero colpo di mano, cambiando il testo e fregandosene dei pareri delle commissioni parlamentari. Cosi come ora sta predisponendo il regalo alle banche sul prestito pensionistico” anziché fare “l’unica cosa ragionevole, cioè cambiare una legge sbagliata ed ingiusta che costringe gli edili a stare sulle impalcature fino a 67 anni.”

Per i lavoratori dell'edilizia “stare sulle impalcature fino a tarda età non solo è ingiusto ma è anche un rischio enorme per la salute e la vita stessa” come confermano i dati del settore “nel 2016 su 37 vittime nelle costruzioni il 32% sono over 55. I morti in edilizia non diminuiscono ma crescono, così come crescono le denunce di malattia professionale. Invece, diminuiscono gli infortuni minori” e mentre tutto parlano di grande risultato “noi della Fillea diciamo dall’inizio della crisi che nasconde una realtà inquietante, e cioè che i datori di lavoro chiedono all’infortunato lieve di non denunciare, starsene a casa qualche giorno, i più fortunati con un piccolo fuori busta. E se non ti curi bene, quel piccolo infortunio diventa facilmente malattia professionale.”

Dagli edili Cgil infine le richieste al governo “rafforzare il sistema dei controlli, con un un efficace coordinamento di tutti gli organismi ispettivi e di polizia” smettendo di dare ascolto "ai lamenti delle associazioni datoriali sulle presunte perdite di tempo che i controlli comporterebbero sullo svolgimento della normale attività produttiva.” Ma sopratutto occorre garantire “sanzioni più certe ed efficaci. Il governo lo ha già  fatto per le vittime della stradale, può farlo anche per quelle sul lavoro: nel pieno rispetto dello stato di diritto, di fronte ad accertate responsabilità, la morte sul posto di lavoro deve essere considerata un omicidi” per questo  chiediamo “che questo reato venga introdotto nel nostro ordinamento giuridico”.

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