La Cgil di Palermo esprime soddisfazione per quello che sembra essere uno dei più grossi sequestri alla mafia negli ultimi anni a Palermo, paragonabile al sequestro del gruppo immobiliare Piazza. “Il sequestro di quasi 800 milioni al ragioniere Giuseppe Acanto conferma l’esistenza, dopo tanti anni di lotta alla mafia, di una zona grigia tra l’economia e la politica di questa città, che rappresenta il vero cancro che impedisce qualsiasi sviluppo nella legalità – dichiarano il segretario della Cgil di Palermo, Enzo Campo, e il componente di segreteria Mario Ridulfo, con delega alla legalità –. Esiste una ricchezza sommersa, frutto di attività mafiosa, che va colpita e restituita alla collettività. Siamo vicini alle forze dell’ordine, alla Dia, ai magistrati coraggiosi e al Tribunale di Palermo, impegnati da anni nei sequestri dei patrimoni dei mafiosi".
"Adesso bisognerà verificare quanti lavoratori sono coinvolti nel sequestro per intraprendere quel percorso di tutela occupazionale, di riscatto e di liberazione dalla mafia e per accompagnare il sequestro alla confisca definitiva e al riuso sociale e produttivo dei beni e delle aziende coinvolte”, concludono i due dirigenti sindacali.
Sequestro beni mafiosi: Cgil Palermo esprime soddisfazione
7 maggio 2015 • 00:00