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“Il governo risponda a questa piazza, ai tanti anziani che hanno creduto nel cambiamento, perché è un idillio che sta finendo. Se non ci saranno risposte certe, questo sarà solo l'inizio della mobilitazione che proseguirà, se sarà necessario, anche con quel vecchio, logoro strumento, che si chiama sciopero generale”. Lo afferma il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, concludendo oggi (giovedì 19 maggio) la manifestazione unitaria dei pensionati a Roma in Piazza del Popolo. “Oggi – ha detto dal palco il leader sindacale – dimostriamo che insieme il paese si può riprendere. Insieme, presidente Renzi, e non da soli: vogliamo risposte e un confronto serio con il governo, non scappatelle”.
Una manifestazione che ha visto piazza del Popolo strapiena: "Siamo in 60 mila" hanno detto dal palco. “A testa alta: tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati”: questo lo slogan della mobilitazione di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, il cui obiettivo è l'apertura formale di una grande vertenza finalizzata a ridare potere d'acquisto ai pensionati e un futuro dignitoso ai giovani. I tre sindacati chiedono a governo, partiti politici e Parlamento il rispetto dei diritti che fino ad ora sono stati negati: difesa delle pensioni di reversibilità, tutela del potere d'acquisto e recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione. Ma anche la separazione tra previdenza e assistenza, la parificazione fiscale tra pensionati e dipendenti, e l'estensione degli 80 euro alle pensioni più basse. Per far ciò, secondo Spi, Fnp e Uilp, è però necessaria una modifica della legge Fornero che permetta più flessibilità in uscita e l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro. Ma anche più risorse per l'invecchiamento della popolazione e una legge quadro sulla non autosufficienza.
La manifestazione si è aperta e poi anche conclusa con il ricordo del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto, Giulio Regeni, e con il sostegno a tutti i lavoratori che stanno affrontando il rinnovo del contratto: “Il sindacato unitario dei pensionati – ha spiegato Pedretti – è vicino a tutte le categorie in lotta per i diritti e contro la vergognosa piaga del caporalato. È con i lavoratori precoci e gli esodati colpiti ingiustamente dalla legge Fornero. Chiediamo la pensione senza tagliole. Siamo qui insieme, contro chi vuole dividere i giovani dagli anziani, perché l'unità è la nostra grande forza: l'unità sindacale è la risposta più vera ai gufi”.
Il governo ha convocato i sindacati confederali per il 24 maggio a un incontro sui temi della previdenza e delle politiche del lavoro. “È il frutto – osserva l'esponente dello Spi – anche di questa manifestazione. Ora però si apra il confronto per dare risposte a questa piazza che rappresenta milioni di persone. Non chiediamo la luna nel pozzo, ma una nuova legge sulla rivalutazione legata al costo della vita. Chiediamo di pagare meno tasse, perché ne paghiamo troppe; chiediamo gli 80 euro, come tu ci hai promesso, Matteo, e di togliere l'intervento sulla reversibilità: non eravamo noi a inventarcelo”. In conclusione, Pedretti ha detto che “siamo qui a lottare con i giovani per cambiare la legge Fornero, per cancellare quell’ingiustizia. Al governo chiediamo di investire in tecnologia, turismo, bellezza del paese, agricoltura. Cioè di investire sul lavoro, solo così usciremo dalla crisi. E così alla imprese chiediamo di tornare a investire nel lavoro, non nella finanza allegra”.
In piazza il 19 maggio, in effetti, scende una fetta di popolazione tra le più tartassate d'Italia. Tra tasse e blocco della rivalutazione degli assegni i pensionati italiani versano nelle casse dello Stato 70 miliardi di euro all’anno. Lo ha recentemente calcolato lo Spi Cgil, chiarendo che i pensionati versano circa 60 miliardi di euro al fisco, di cui 50miliardi di Irpef nazionale e 10 miliardi tra addizionali regionali e comunali. Cifre a cui si aggiungono altri 10 miliardi di euro che vengono recuperati dalle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo (1.500 euro lordi) per l’effetto trascinamento del blocco della rivalutazione 2012-2013.
Sono di 3 miliardi in più le risorse che i pensionati versano al fisco rispetto ai lavoratori, che beneficiano di maggiori detrazioni fiscali e degli 80 euro. Un pensionato con un assegno da 1.000 euro al mese paga infatti 1.207 euro in più all’anno rispetto ad un lavoratore, 1.260 euro in più chi prende 1.200 euro e 1.092 euro in più chi ne prende 1.600.
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