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"Veniamo da un percorso congressuale ricco, con una forte consapevolezza del ruolo che la Cgil può giocare per disegnare un Paese diverso da quello nel quale siamo, con un'Europa in cui riproporre al centro il tema del lavoro, dell'intervento pubblico, della contrattazione come strumento per migliorare le condizioni di lavoratori e lavoratrici". Lo ha detto Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil, concludendo l'undicesimo congresso della Cgil Campania.
"La condizione del lavoro - ha ricordato Scacchetti - è una condizione difficile, di impoverimento, specie in una regione come questa nel Mezzogiorno, in cui i dati ci sottolineano la permanenza di divari e di disuguaglianze inaccettabili per il Paese. Quindi, anche da questo congresso, noi abbiamo mandato un messaggio forte al governo rispetto a politiche che non condividiamo, a partire dalla legge di stabilità sulla quale abbiamo fatto proposte unitarie".
"Non c'è - ha precisato Scacchetti - un intervento adeguato sul tema del lavoro e della modalità con cui rilanciare investimenti e sviluppo, che sono la precondizione per ridare fiducia e possibilità al Paese e manca totalmente una politica per il sostegno al Mezzogiorno, per farne un tema che abbia una valenza e un carattere nazionale. Le misure che sono presenti in legge di stabilità e che vengono proposte come misure a favore della popolazione, in particolare il reddito di cittadinanza, non sono adeguate, rischiano di essere risposte assistenziali e soprattutto di mantenere i divari nel Paese".
"Su questo - ha concluso Scacchetti - la Cgil, che ha costruito un percorso molto partecipato in queste giornate congressuali, non solo ha rilanciato una serie di proposte a partire da alcune parole chiave come uguaglianza, cittadinanza, democrazia, ma ha ribadito il necessario ruolo della rappresentanza sindacale, dei corpi intermedi per la costruzione di politiche che guardino allo sviluppo, alla crescita, alla valorizzazione di lavoratori e pensionati che in questo paese hanno sempre creduto e che vogliono continuare a credere".