Attività della Commissione lavoro, previdenza sociale del Senato

Nella seduta di lunedì 31 maggio, la Commissione lavoro previdenza sociale ha iniziato la discussione, in sede di esame di atti preparatori della legislazione comunitaria, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla libera circolazione dei lavoratori dell'Unione (n. COM (2010) 204 definitivo). In qualità di relatore, il presidente Giuliano ha precisato che la Commissione è chiamata ad esprimere per la prima volta, dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, un parere relativo all'applicazione del principio di sussidiarietà e di proporzionalità sulla proposta di regolamento in esame ed ha quindi ricordato che il Trattato di Lisbona inserisce nel Trattato Ue l'art. 12, espressamente dedicato ai Parlamenti nazionali,  che, alla lettera b), afferma che uno dei modi con cui i Parlamenti nazionali contribuiscono attivamente al buon funzionamento dell'Unione è dato dalla "vigilanza  sul principio di sussidiarietà e di proporzionalità", come definiti all'art. 5 del Trattato Ue.

Le modalità attraverso cui si esplica il controllo nell'ambito dei Parlamenti nazionali sul principio di sussidiarietà e proporzionalità sono definite all'interno della proccedura regolata dal Protocollo n. 2, in base alla quale ciascun Parlamento nazionale (nei sistemi bicamerali, ciascuna Camera dispone di un voto), entro otto settimane dalla data di trasmissione di un progetto di atto legislativo da parte delle istituzioni comunitarie, può sollevare obiezioni sulla corretta applicazione del principio di sussidiarietà (c.d. early warning), nella la forma di un parere motivato, da inviare ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione.

Qualora i pareri motivati rappresentino almeno un terzo dell'insieme dei voti attribuiti ai Parlamenti nazionali, il progetto deve essere riesaminato (c.d. "cartellino giallo"), e può essere, con decisione motivata, mantenuto, modificato o ritirato. Vi è poi il c.d. "cartellino arancione", ovvero una ulteriore procedura disposta dal Trattato di Lisbona, per cui, qualora i pareri motivati sul mancato rispetto del principio di sussidiarietà da parte di una proposta legislativa rappresentino almeno la maggioranza semplice dei voti attribuiti ai Parlamenti nazionali, la proposta stessa è riesaminata dalla Commissione europea e, qualora questa scelga di mantenerla, il parere motivato di quest'ultima, insieme ai pareri contrari dei Parlamenti nazionali, sono sottoposti al Consiglio e al Parlamento europeo.

Quanto all'attuazione di queste procedure, al Senato la 14a Commissione permanente (politiche dell’Unione europea) svolge una funzione consultiva nei confronti delle Commissioni competenti per materia, alle quali l'atto comunitario viene assegnato in via diretta. Queste ultime - come ha sollecitato il presidente della Commissione europea, Barroso, in una lettera inviata ai presidenti delle Camere dei Parlamenti nazionali - "dovranno formulare pareri che differenzino nella misura del possibile gli aspetti inerenti alla sussidiarietà dalle osservazioni attinenti al merito della proposta",  eventualmente articolandoli in punti distinti. E' previsto che, se la Commissione di merito non si esprima nel termine previsto, potrà essere applicato l'articolo 144 comma 5, del Regolamento Senato, con conseguente attivazione della 14a Commissione, in via sostitutiva.

Il Presidente ha quindi illustrato l'atto all’esame, volto alla codificazione del regolamento (Cee) n. 1612/68 del Consiglio, del 15 ottobre 1968, relativo alla libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione, "a fini - come affermano i considerando - di razionalità e chiarezza", in quanto il regolamento "è stato modificato in modo sostanziale e a più riprese". La proposta, essendo volta ad una codificazione, coordina la disciplina dei numerosi atti sulla stessa materia che si sono succeduti nel tempo: la proposta di regolamento si compone di 42 articoli, distribuiti in 4 Capi (L'impiego, la parità di trattamento e la famiglia dei lavoratori; Azione per mettere in contatto e per compensare le offerte e le domande d'impiego; Organismi incaricati di assicurare una stretta collaborazione tra gli Stati membri in materia di libera circolazione e di occupazione dei lavoratori; Disposizioni finali), e di 2 Allegati. Il primo Allegato contiene il riferimento al regolamento n. 1612/68 e l'elenco dei successivi atti di modifica; il secondo reca la tavola di concordanza tra la numerazione degli articoli del regolamento n. 1612/68 e quella della proposta.

La disciplina comunitaria oggetto della codificazione conferisce a ogni cittadino di uno Stato membro il diritto di accedere ad un'attività retribuita e di svolgere tale attività sul territorio di un altro Stato membro, in conformità alla regolamentazione interna pertinente applicabile ai lavoratori nazionali. Tale diritto viene riconosciuto a tutti i lavoratori, a prescindere dalla tipologia di rapporto e dalla durata della prestazione. Il lavoratore beneficia in un altro Stato membro della stessa eventuale priorità dei cittadini di tale Stato (rispetto ai cittadini di Stati non membri) per quanto riguarda l'accesso ai posti di lavoro disponibili e riceve la medesima assistenza che gli uffici del lavoro garantiscono ai loro cittadini per quanto riguarda la ricerca di un posto di lavoro, né la sua assunzione può dipendere da criteri discriminatori riferiti alla cittadinanza.

Inoltre, la normativa in esame prevede un'azione positiva nel campo della compensazione delle offerte e delle domande di lavoro, al fine di favorire la mobilità nel mercato del lavoro europeo. Quest'azione è stata intrapresa nel 1993, attraverso la creazione di una rete europea di servizi per l'occupazione (Eures). Dopo aver ricordato che la Commissione dovrà esprimersi, con l'approvazione di una risoluzione, entro il 17 giugno, il Presidente ha rinviato ad altra seduta il seguito dell'esame.
 
Difficile prosecuzione dell’esame del disegno di legge sul lavoro rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica
 
Nella seduta di lunedì 31 maggio, è proseguito, presso le  Commissioni riunite affari costituzionali e lavoro, previdenza sociale del Senato, l’esame, in sede referente del disegno di legge del governo n. 1167-B/bis, - recante deleghe al governo in materia di lavori usuranti,  di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, ai sensi dell'art. 74 della Costituzione e nuovamente approvato, con modificazioni, dalla Camera dei deputati.
 
Il presidente della Commissione lavoro, previdenza sociale ha riferito sull’esito negativo della riunione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni riunite, svoltasi il 27 maggio, al fine di pervenire ad un accordo sui tempi e le modalità di prosecuzione dell’esame in sede referente del disegno di legge n. 1167-B/bis. Considerata l'esigenza di concludere l'esame del provvedimento, il Presidente ha auspicato che i Gruppi parlamentari possano raggiungere un accordo.
 
Il relatore per la Commissione lavoro, sen. Castro (Pdl),  ha manifestato la disponibilità del suo gruppo ad approfondire gli aspetti più controversi del provvedimento nelle sedute delle Commissioni riunite che potranno essere convocate al più presto, a fronte dell'impegno da parte dei gruppi dell'opposizione di rendere possibile l'avanzamento e la conclusione dell'esame.
           
A nome del gruppo del Partito Democratico, i senatori Roilo e Incostante, nel segnalare l’assenza del rappresentante del Governo, hanno sottolineato l’esigenza di rinviare l’esame del disegno di legge n. 1167-B/bis per un periodo di tempo ragionevole, tale comunque da consentire la conoscenza delle disposizioni della manovra finanziaria del Governo, alcune delle quali possono essere anche in contrasto o sovrapporsi a quelle del disegno di legge delega in questione, tanto più che il disegno di legge sul lavoro non è stato iscritto all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea, e dunque non ci sarebbe una particolare urgenza di completare l'esame.
 
La sen. Maraventano (Lnp), a nome del proprio gruppo, ha dichiarato di condividere la proposta avanzata dal relatore Castro di tenere al più presto una nuova seduta sull'organizzazione dei lavori delle Commissioni riunite.
 
La sen. Carlino (Idv) ha osservato che, prima di fissare il calendario per proseguire l'esame del disegno di legge n. 1167-B/bis, occorrerebbe approfondire le disposizioni della manovra economica.

Nel sottolineare che la definizione di un calendario dei lavori per l'esame del disegno di legge n. 1167-B/bis è indispensabile, indipendentemente dalle valutazioni che il Senato potrà svolgere sulla manovra economica, il Presidente ha proposto che le Commissioni riunite continuino a riunirsi per definire un calendario dei lavori condiviso.

Non facendosi osservazioni, così è rimasto stabilito.
 
Attività della Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati 

La Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati si è riunita giovedì 3 giugno, in sede consultiva, per l’esame della proposta di legge recente Princìpi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche (parere alla Commissione affari sociali) e derivante dall’unificazione di diverse proposte di legge di iniziativa parlamentare.

Il relatore Fontana (Pdl) ha fatto presente che la Commissione è chiamata ad esprimersi su un ulteriore nuovo testo unificato delle varie proposte di legge all’esame: come è noto, l’iniziativa legislativa mira ad introdurre alcuni principi fondamentali in materia di Servizio sanitario nazionale, volti a migliorare la funzionalità delle aziende sanitarie attraverso un potenziamento del ruolo del medico nelle scelte strategiche e gestionali delle aziende stesse, nonché attraverso la previsione di una maggiore trasparenza ed equità nel sistema di valutazione e selezione delle risorse umane.

Dopo avere ricordato che la Commissione ha già avuto occasione di esprimere il proprio parere sulle precedenti versioni del testo unificato, raccomandando, nell’ultimo parere espresso, di affermare, su determinate materie, il carattere accessorio e cedevole delle norme procedurali e di dettaglio della legislazione statale rispetto a quelle di derivazione regionale e di rafforzare il carattere di principio di talune delle norme stesse, il relatore ha fatto presente che la Commissione di merito, a seguito dei rilievi formulati in sede consultiva sulla versione precedente del testo unificato, ha modificato ulteriormente il provvedimento, che è stato quindi nuovamente trasmesso per l'espressione del prescritto parere.

Dal punto di vista delle più dirette competenze della XI Commissione, si registrano significative novità e passi in avanti: il nuovo testo tiene, infatti, conto delle osservazioni contenute nel precedente parere formulato dalla Commissione, ed appare significativamente migliorato sotto diversi profili inerenti alle disposizioni che intervengono rispettivamente in materia di requisiti e criteri di valutazione dei direttori generali, valutazione dei dirigenti medici sanitari con incarico di direzione di struttura complessa e dei direttori di dipartimento, collocamento a riposo dei dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale, attività libera-professionale dei dirigenti medici e sanitari del servizio sanitario nazionale e del personale non medico. Per tali ragioni, il relatore ha proposto di esprimere parere favorevole.

La deputata Schirru (Pd) ha presentato, a nome del suo gruppo, una proposta di parere contrario che, nel segnalare l’esigenza di contrastare la deriva economicistica delle aziende sanitarie, all'interno tuttavia delle necessarie compatibilità di bilancio, critica la norma sulla valutazione dell'operato della dirigenza medica, esclusa da valutazioni di tipo quantitativo dal cosiddettto “decreto Brunetta”. Il parere sottolinea inoltre che la modifica della disciplina dell'età pensionabile per i professori universitari e per i medici crea disparità di trattamento all'interno della PA;

che le nuove norme sulla libera professione introducono per legge – invadendo così l’ambito contrattuale - un’impropria liberalizzazione dell’attività sanitaria con possibili effetti di penalizzazione per chi aveva già scelto il rapporto esclusivo; che risulta essere stata soppressa la figura del direttore sociale, già prevista nell'ordinamento di alcune regioni e che viene introdotta la libera professione per gli operatori sanitari non medici, in contrasto con la disciplina vigente per il personale non dirigenziale pubblico. 

La Commissione ha quindi approvato la proposta di parere favorevole illustrata dal relatore, risultando conseguentemente precluso il voto sul parere illustrato dalla deputata Schirru.

Nella stessa seduta è proseguito l’esame delle proposte di risoluzione 7-00274 Codurelli; 7-00285 Pelino; 7-00306 Paladini, riguardanti  le politiche a sostegno delle donne e dell'occupazione femminile.

Il presidente Moffa ha comunicato che è stata presentata una proposta di testo unificato delle predette risoluzioni e ha fatto presente che, stante l’impossibilità per il rappresentante del Governo di prendere parte alla seduta, la deliberazione sulla citata proposta di testo unificato avrà luogo in una prossima seduta.

La deputata Pelino (Pdl) ha espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto tra i proponenti delle risoluzioni in discussione, che ha consentito di definire un testo equilibrato e ricco di spunti di interesse per le future azioni che dovranno essere intraprese in materia di sostegno alle donne e all'occupazione femminile. Si tratta, a suo giudizio, di un testo che intende impegnare concretamente il governo, pur a fronte della eccezionale fase di crisi economica in atto, a lavorare per favorire una effettiva partecipazione delle donne al mercato del lavoro, non soltanto sotto il profilo della piena attuazione del principio di «conciliazione», ma anche sotto quello della prevenzione e rimozione di ogni forma di discriminazione.

A suo avviso, dovrà essere dato adeguato rilievo anche al tema dello sviluppo della imprenditorialità femminile, specie nelle regioni del Mezzogiorno, dove maggiore è il divario del tasso di occupazione femminile rispetto agli obiettivi di Lisbona, da agevolare attraverso interventi mirati, e della promozione manageriale delle donne nei vertici delle imprese. La proposta di testo unificato della risoluzione – ha aggiunto la deputata Pelino – è frutto di un intenso lavoro svolto dalla Commissione,  e tiene conto anche delle risorse disponibili per l'attuazione delle politiche di settore, nonché della compatibilità con i delicati equilibri economico-finanziari derivanti dall'attuale fase di crisi: tuttavia, la proposta di risoluzione detta impegni importanti e precisi, che si muovono anche in continuità con le misure già previste nella precedente legislatura.

La deputata Codurelli (Pd), nell’esprimere soddisfazione per l'importante lavoro di mediazione svolto in Commissione in vista della elaborazione della proposta di testo unificato delle risoluzioni in discussione, ha auspicato che, quando si procederà all’approvazione del testo, il rappresentante del Governo assuma impegni precisi in relazione alla  concreta applicazione dei principi di pari opportunità e all’attuazione dell’atto di indirizzo in discussione.

È infatti auspicabile che in un momento di grave crisi come quello attuale il tema delle politiche di genere - anche grazie all'eventuale approvazione del testo unificato  -  possa essere percepito da tutti come essenziale ai fini di un rilancio economico del Paese, ed è altresì auspicabile che la Commissione continui a svolgere il proprio ruolo istituzionale, monitorando con attenzione la puntuale attuazione del proprio atto d'indirizzo.

Anche il deputato Paladini (Idv) ha espresso apprezzamento per l'ottimo lavoro svolto dalla Commissione, auspicando che lo spirito di collaborazione dimostrato dai gruppi in questa occasione possa agevolare l'azione concreta del Governo a sostegno della pari opportunità, affinché in materia di occupazione femminile le dichiarazioni di principio si trasformino finalmente in atti concreti.

Il seguito dell’esame è stato quindi rinviato.