Si è chiuso con un mancato accordo l’incontro fra sindacati e Securitas metronotte, l’azienda della vigilanza  che ha avviato una procedura di licenziamento collettivo che coinvolge 52 lavoratori, anche operanti sul territorio di Civitavecchia. “La discussione continuerà in sede istituzionale – dichiara Marco Feuli, segretario Filcams –; l’azienda ha fornito i dati richiesti venti giorni fa solo qualche ora prima dell’incontro, sostenendo ancora che tali dati sono irrilevanti per il carattere della procedura stessa. Ci sembra un comportamento oltremodo scorretto, anche perché, ad oggi, Securitas sostiene che non ci siano termini per l’utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi, utili a scongiurare i licenziamenti”.

"Altrettanto scorretto ci sembra il comportamento  tenuto nei confronti dei lavoratori trasferiti in servizio a Roma. Attualmente, ancora non ci sono state date motivazioni oggettive, riguardo alla scelta effettuata dall’azienda sulla definizione dei lavoratori da trasferire. Abbiamo proposto un'equa rotazione di tutti i dipendenti, oggi presenti sul sito portuale, per evitare discriminazioni, ma sembra che ciò non possa avvenire. Per questo, ci domandiamo: chi ha effettuato queste scelte? Nascono da criteri oggettivi o da simpatie più o meno marcate fra alcuni lavoratori e chi gestisce il servizio? O ancora, sono scelte effettuate dalla committenza Rct stessa? Se fosse così, vorremmo conoscere i criteri - lo ribadiamo - che hanno portato lavoratori ad operare a Roma o a Pomezia magari con disabili da tutelare, e altri a rimanere a Civitavecchia, creando ancor di più malcontento e divisioni", precisa il dirigente sindacale.

"Per noi, i lavoratori sono tutti uguali e ugualmente devono essere trattati. A noi non interessano preferenze o amicizie interne, perchè tutti hanno diritto a un trattamento equo e paritario. Se la questione continuerà ad essere gestita in questo modo da parte aziendale, ricorreremo a qualunque sede, sia legale che sindacale, come già segnalato alla procura, per far rispettare i diritti di chi ha sempre diligentemente lavorato e che un giorno, per dinamiche incomprensibili, finisce per essere discriminato rispetto ad altri", conclude il sindacalista.