L’Italia degli ultimi decenni è un paese in cui le diseguaglianze sociali, così come le diseguaglianze per l’accesso ai servizi di welfare, sono aumentate. Tutto ciò è il risultato di un mix abbastanza complesso e articolato di trasformazioni socio-economiche anche a livello sovranazionale, che hanno oggettivamente reso più difficile la tutela del lavoro e dei lavoratori, così come di molti errori compiuti nelle politiche pubbliche.

Dentro questo quadro una parte crescente di popolazione italiana ha difficoltà a ottenere una protezione adeguata rispetto ai propri bisogni sociali e lavorativi. Rispetto al passato i bisogni sono spesso cresciuti di intensità (si pensi ai processi di invecchiamento della popolazione con le conseguenze che questi hanno non solo sotto il profilo reddituale-pensionistico, ma anche sanitario e sociale) e si sono diversificati (uno stesso bisogno assume facce differenti a seconda che la persona che lo esprime viva da sola, in coppia, abbia figli o altri parenti, abbia un lavoro a tempo pieno o part time, sia occupata in orari standard o faccia turni in orari particolari della settimana e della giornata ecc.).

In sintesi, in Italia sta aumentando una fascia di bisogno che non è semplicemente e direttamente collegabile solo al luogo di lavoro. Tale fascia necessita non solo di trasferimenti monetari, ma anche di servizi di welfare, che, in una ottica personalizzata, rispondano ai singoli tipi di bisogno. Sono necessarie, quindi, non solo risposte a bisogni sociali inevasi, ma anche un’articolazione delle risposte a seconda delle caratteristiche delle persone, delle famiglie e dei territori.

In un tale contesto, in cui diventano sempre più centrali, ma allo stesso tempo difficili da difendere, i diritti sociali delle persone, compito del sindacato è anche quello di farsi promotore e attore dello sviluppo di un welfare territoriale, che interessi innanzitutto il mondo del lavoro, ma vada al di là di questo, abbracciando l’intera cittadinanza. In questo senso, il volume di Gaetano Sateriale “Come il welfare crea lavoro. Guida per contrattare nel territorio”, Edizioni LiberEtà, è uno strumento molto utile per rendere più efficace l’azione sindacale a livello territoriale.

La parabola del ruolo del sindacato come attore centrale che contratta non solo per i lavoratori, ma anche per i cittadini, è riassunta in una parte della produzione scientifica dell’autore del volume: se nel 1999 Sateriale dedicava un libro a come “Contrattare in azienda”, il volume appena uscito offre sia una chiave di lettura dei cambiamenti in atto nel sistema socio-economico italiano (e non solo) che un metodo articolato e puntuale su come impostare e rendere più efficace la contrattazione sociale territoriale.

Il volume è suddiviso in tre parti. La prima è molto utile, in quanto applicabile facilmente nella quotidianità, ed è dedicata a “come” organizzare concretamente, nell’arco di dodici mesi, l’attività di contrattazione sociale territoriale. Si tratta di una guida su quali passi seguire, e in quale sequenza, per migliorare l’efficacia della contrattazione da parte del sindacato, individuando le principali fasi e azioni che vanno realizzate: dalla creazione di “tavoli” di contrattazione con un adeguato coinvolgimento di un insieme ampio e diversificato di attori, all’analisi dei bisogni e all’individuazione delle priorità, fino alla stesura e validazione di una piattaforma, al negoziato e al confronto.

La seconda parte del volume si pone su un livello più generale e cerca di contestualizzare quanto occorre contrattare a livello territoriale all’interno di più generali tendenze di cambiamento del welfare in Italia e in Europa, così come dei bisogni sociali di lavoratori e cittadini. L’ultima parte cerca, in maniera efficace, di coniugare le indicazioni della prima parte su come portare avanti efficacemente la contrattazione sociale con quelle della seconda parte, sulle trasformazioni dei bisogni e dei sistemi di welfare, offrendo tutta una serie di indicazioni puntuali su “che cosa contrattare specificatamente”, dal campo delle politiche della salute a quelle attive del lavoro e a quelle dell’istruzione.

La capacità del libro di muoversi fra mappe generali sulle trasformazioni socio-economiche e delle politiche sociali e puntuali indicazioni, sia di metodo che di contenuti (che cosa contrattare) è ben sintetizzata nel capitolo 17, in cui l’autore propone “dieci progetti di welfare leggero e solidale da realizzare subito”. Si tratta di una serie di proposte la cui realizzabilità richiede un certo grado di investimento e disponibilità da parte di una molteplicità di soggetti (a partire dagli enti pubblici), ma allo stesso tempo appare comunque raggiungibile in tempi accettabili e monitorabili. Complessivamente, il libro ha il pregio di offrire più piani di lettura ed è utilizzabile nell’azione concreta del sindacato a livello territoriale, mostrando come si possa portare avanti una contrattazione sociale in maniera efficace e generativa anche di possibilità occupazionali.

Emmanuele Pavolini è professore associato di Sociologia economica presso l’Università di Macerata