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“Grazie alla spinta dei processi reali, le analisi e le proposte del governo cominciano ad andare nella giusta direzione, ma non si ravvisa alcuna coerenza, né correzione della politica economica nazionale”. Così il segretario confederale Danilo Barbi e il responsabile delle politiche europee ed internazionali Fausto Durante commentano il Documento italiano per l'Europa 'Proposta strategica dell’Italia per il futuro dell’Unione Europea: crescita, lavoro e stabilità', redatto dall'esecutivo.
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Il documento, secondo la Cgil, contiene “importanti novità, ma molte contraddizioni”, innanzitutto, spiegano Barbi e Durante “la prima evoluzione che sembra compiere il governo è nell'analisi: si nota maggior consapevolezza della fragilità dell'economia, della necessità di politiche più espansive, dell'importanza di sostenere la domanda interna. Si evidenziano i limiti delle sole politiche monetarie intraprese dalla Bce. Si fa appello all'integrazione, al coordinamento e alla cooperazione tra Stati membri e tra istituzioni”. Purtroppo, però sottolineano i due dirigenti sindacali “il cambiamento nella prospettiva del governo appare ancora troppo parziale. Nel documento, infatti, non c'è alcun riferimento alle cause della crisi e all'errore di aver scelto la linea dell'austerità”.
Inoltre, la Cgil definisce “interessanti, ancorchè timide” le misure avanzate dal governo, come: la proposta di Financing e Investment Union e il richiamo esplicito a Eurobond, proposta che si andrebbe ad affiancare all'istituzione della figura di un ministro delle Finanze dell'Area Euro; la costituzione di un'assicurazione europea contro la disoccupazione, purché avvertono Barbi e Durante “ciò non rientri nella logica di giustificare la riduzione dei diritti e la svalutazione del lavoro”. Per la Cgil, quanto avanzato dall'esecutivo in merito all'accelerazione e alla modifica dell'Unione bancaria “introduce la richiesta di maggiore trasparenza, di un fondo europeo per la garanzia dei risparmiatori e la creazione di un fondo per le sofferenze bancarie. Proposte condivisibili, ma limitate, se non accompagnate da una generale riforma europea della finanza, a partire dalla separazione fra banche d'affari e banche commerciali".
“La Cgil e la Ces - concludono Barbi e Durante - avevano compreso e segnalato per tempo le cause e la profondità della crisi, scoraggiando la politica dell'austerità. Per questo la Cgil ha elaborato il 'Piano del Lavoro' e insieme alla Ces ha lanciato 'A new Path for Europe'".