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Sulla buona scuola regna la confusione. Apparentemente rientrata la stizza del ministro Giannini per il decreto di riforma che prima era urgente e poi non lo è più, come riportano oggi tutti i quotidiani il governo deciderà nel Consiglio dei ministri del 10 marzo prossimo in quale tipologia di provvedimenti convogliare i contenuti – improvvisamente retrocessi a bozza – della riforma renziana. Sulla frenata pare abbiano pesato le cautele di Mattarella sulla decretazione eccessiva del governo. Resta il fatto che in gioco ci sono le assunzioni del precari annunciate dal premier per settembre. Secondo la Flc Cgil, “è assurdo pensare che sulle immissioni in ruolo dei precari si possa procedere con un disegno di legge. Dopo aver sbandierato per mesi la stabilizzazione di 150 mila precari, cambiando continuamente idea sul numero e sui precari da assumere, adesso si rinvia tutto. Non si è voluto discutere con le organizzazioni sindacali un piano serio per stabilizzare tutto il precariato della scuola nel rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea, sentenza che definisce illegittimo l'uso prolungato dei contratti a termine in tutti i comparti della conoscenza e che non può essere stravolta e aggirata”.
Ora però non c’è più tempo da perdere. Dunque per il sindacato della conoscenza le assunzioni dei precari per settembre vanno stabilite con decreto, altrimenti non ci sarebbe il tempo tecnico per condurle in porto, mentre “su tutte le altre materie – si legge in una nota – è opportuno prevedere un disegno di legge che coinvolga le scuole, i territori, le forze sociali e il parlamento”. Se in ogni caso i contenuti del ddl “dovessero essere quelli che circolano in queste ore ci troveremmo di fronte a un ulteriore attacco alla scuola della Costituzione, ai diritti dei lavoratori e a una evidente deriva aziendalista nelle scuole. La Flc Cgil è pronta a iniziative clamorose di mobilitazione e a proseguire con le vertenze legali per garantire la stabilizzazione di tutti i precari. Non accetteremo che la demagogia del governo si scarichi sui lavoratori”.
Aldilà dello strumento che Renzi sceglierà, sul fronte assunzioni precari restano tutta una serie di incognite. Si arriverebbe a 180.000 "ingressi" considerando però anche circa 60.000 posti dell'annunciato concorso per insegnanti. Le assunzioni di precari sarebbero dunque circa 120mila: per la gran parte si pescherebbe dalle graduatorie a esaurimento; andrebbero poi aggiunti gli idonei e vincitori dell'ultimo concorso pubblico (quello del 2012). Per consentire una coincidenza tra fabbisogni e organici (ci sono materie, come matematica e fisica, in cui scarseggiano prof e discipline che si è deciso di potenziare) si attingerebbe pure dalle graduatorie di istituto offrendo a questi precari prima un contratto a termine per un altro anno e poi una sorta di "corsia preferenziale" per il concorso che verrà bandito a ottobre e che coprirà un triennio. Stessa procedura potrebbe essere adottata per i prof che sono iscritti alle graduatorie a esaurimento ma che non beneficeranno del piano straordinario di assunzioni perché‚ lavorano su classi di concorso o in aree in "overbooking".
A questi docenti vanno poi aggiunti i supplenti che hanno più di 36 mesi su posto vacante, come conseguenza del recepimento della sentenza della Corte di Giustizia europea. Per loro - poche migliaia secondo l'interpretazione del Miur, molti, molti di più secondo i sindacati - si pensa a un indennizzo, anche nell'intento di evitare ulteriori contenziosi. In ogni caso bisogna fare presto.