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Il piano di stabilizzazione dei precari previsto dalla legge 107/2015 sulla scuola sta generando sconcerto e preoccupazione tra gli insegnanti coinvolti. A lanciare l’allarme è Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, rimarcando che il piano, oltre a “non rispondere ai bisogni reali delle scuole, penalizza i precari costretti a emigrare dalle proprie regioni e non rispetta la sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti. Infatti anche chi è inserito nelle graduatorie di seconda fascia ha diritto a un piano di stabilizzazione, a partire dai docenti che hanno maturato 36 mesi di servizio. Le sentenze dei giudici vanno tutte in quella direzione”.
Il piano, continua Pantaleo, è anche “causa di una nuova e massiccia migrazione che non tiene conto delle condizioni personali, spesso difficili, di chi non può, al Nord come al Sud, abbandonare le proprie regioni”. Una situazione che per il Mezzogiorno è ancor più preoccupante, visto che il Sud versa in una condizione di “devastazione economica e sociale, come evidenziato dai dati Svimez”. Secondo la Flc Cgil, allora, il governo intende “risolvere la questione meridionale con un nuovo esodo di massa verso il Nord a partire dalla scuola, assumendosi la responsabilità di tale grave scelta”.
La Flc Cgil non risparmia critiche anche alla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini. “In questa situazione caotica, la ministra vuole sbarazzarsi dei precari paventando la cancellazione dalla graduatoria a esaurimento per coloro che non presentano la domanda” spiega il segretario generale: “Siamo di fronte a un evidente tentativo di aggirare la legge, cancellando diritti e dignità delle persone”.
Ad aggravare la situazione dei precari contribuisce anche “la legge sulla ‘brutta scuola’, che si sta rivelando un boomerang per la loro condizione, tanto che la tensione sta aumentando in quasi tutte le regioni d’Italia”. Il governo, conclude Pantaleo, deve intervenire “aprendo il confronto con le organizzazioni sindacali, evitando di fare ulteriori danni. In queste condizioni l’inizio del nuovo anno scolastico sarà complicato, ma questa volta l’autoritarismo e la demagogia non serviranno a piegare la giusta protesta dei precari”.