(Labitalia) - Sono scoraggiati dalle difficoltà incontrate in un percorso formativo 'accidentato', oppure confusi sul loro futuro. Sono i giovani 'dispersi', quelli che abbandonano gli studi, che in Italia raggiungono un tasso del 18,8%, quasi 5 punti in più rispetto alla media europea. A indagare sulle cause dell'abbandono è una ricerca dell'Isfol, 'Le dinamiche della dispersione formativa: dall'analisi dei percorsi di rischio alla riattivazione delle reti di supporto', presentata oggi a Roma.

L'indagine è stata realizzata intervistando oltre 1.500 giovani usciti dalla scuola secondaria di primo grado, suddivisi in due differenti campioni: giovani diplomati, qualificati o comunque inseriti nei percorsi formativi; giovani fuoriusciti prematuramente dai percorsi.

"E' un'indagine di tipo qualitativo che studia i motivi dell'abbandono tra i giovanissimi tra i 14 e i 17 anni", spiega a LABITALIA Aviana Bulgarelli, direttore generale dell'Isfol. "Una delle cause più rilevanti - sottolinea - è data dalle difficoltà che i ragazzi incontrano nel percorso scolastico: un percorso accidentato, con bocciature o valutazioni basse o ritenute non corrispondenti alle aspettative, può determinare un effetto scoraggiamento".