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Scuola al via oggi per oltre 8 milioni di studenti in Italia, ma è un avvio segnato più che mai da polemiche e critiche per una situazione definita da più parti “caotica”. Sono in particolare i sindacati a far sentire la propria voce in diverse regioni italiane. In Sardegna Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, insieme a Snals Confsal e Gilda si dicono “preoccupati e indignati”. I sindacati di insegnanti e personale Ata parlano di "contraddizioni e incongruenze legate all'applicazione della riforma e ai riflessi sui provvedimenti in capo alla Direzione scolastica regionale". Dopo i problemi legati alla mobilità dei docenti, causati dal malfunzionamento del sistema informatico, ora il caos investe le immissioni in ruolo. “I ritardi delle lettere informative – spiegano i sindacati - hanno generato incertezze e sabato mattina, in molti casi con poco preavviso, i docenti vincitori dei concorsi di materne, medie e superiori di tutta l'Isola si sono dovuti presentare all'istituto di Elmas Duca degli Abruzzi per l'immissione in ruolo e la scelta dell'ambito”. Oggi invece invece, sarà è la volta dei docenti inseriti nelle graduatorie a esaurimento, che dovranno recarsi nelle sedi periferiche degli Uffici scolastici. Poi ci saranno le operazioni di chiamata diretta da parte dei Dirigenti scolastici e, solo dopo, le assegnazioni delle sedi per i docenti che hanno preso servizio il 1 settembre.
Di “fallimento della Buona Scuola", parlano anche i sindacati dell’Emilia Romagna (dove la campanella suonerà però giovedì prossimo) che imputano al Governo di essere riuscito “a peggiorare la situazione già difficile delle scuole”. Raffaella Morsia, segretaria generale della Flc-Cgil dell'Emilia-Romagna, sta raccogliendo, insieme alle altre sigle, la protesta dei dirigenti scolastici di tantissime scuole. “Il ministero – spiega la dirigente sindacale all’Adnkronos - ha pubblicato il bando del concorso fuori tempo massimo. Le assegnazioni stanno avvenendo in modo disumano. I docenti vengono convocati da tutta Italia poche ore prima e aspettano in piedi davanti alla porta dell'Ufficio scolastico i cui impiegati stanno lavorando giorno e notte unicamente per il loro senso di responsabilità, con lo scopo di garantire a quanti più insegnanti possibili un lavoro e agli alunni la maggior parte dei docenti quando, giovedì prossimo, inizierà la scuola”.
Protestano contro la Buona Scuola anche i sindacati veneti. Oggi è prevista una conferenza stampa a Padova di Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda. "Carenze di organici Ata, caos sulle assegnazioni definitive degli insegnanti, ritardi ed eccessi di bocciature nel concorso che farà saltare l'inserimento in ruolo di migliaia di docenti, istituti senza dirigente titolare. In tutta Italia, il giorno dell'inizio delle lezioni sono troppi i problemi non risolti, che ricadranno anche questa volta sugli studenti, sulle famiglie, sui lavoratori", denunciano i sindacati.
Situazione analoga in Molise, dove è la Flc Cgil a far sentire la propria voce: "A coloro che parlano di grandi prospettive che si sarebbero realizzate con la legge 107/15, vorremmo sommessamente far notare che la cosiddetta buona scuola: non prevede niente per le aree interne; non restituisce il tempo scuola sottratto negli anni della Moratti e della Gelmini; gli organici dei docenti si fanno su 27 ore di scuola per la primaria; non c’è il tempo prolungato alla secondaria di secondo grado; conferma la drastica riduzione degli insegnamenti disciplinari nella superiore; determina un autentico pasticcio con l’organico potenziato; divide i docenti con il bonus; mortifica la collegialità a discapito dell’autoritarismo; non investe sul lavoro degli ATA riducendone i numeri pur aumentando le ore di apertura delle scuole".
"Sul difficile inizio dell'anno scolastico non abbiamo ascoltato nemmeno una parola del presidente del consiglio Renzi - ha detto il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo - mentre regnano incertezza, tantissime criticità e rabbia di docenti e personale Ata per l'assenza di risposte alla violazione sistematica dei loro diritti. Ci sarebbe piaciuto ascoltare un bilancio della legge 107 del 2015 che è la responsabile di tutto questo".