Negli ultimi cinque anni, in Toscana, si sono persi oltre 1.500 posti sul personale Ata nelle scuole, a fronte di 20.000 alunni in più, di cui 1.500 disabili, e quindi bisognosi di assistenza. “Sul personale Ata, nelle scuole toscane la situazione è diventata insostenibile”; è l'allarme che lanciano le segreterie regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda Unams, che hanno scritto al Prefetto di Firenze, al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, all’assessore regionale all'Istruzione, Cristina Grieco, al Direttore Usr Toscana, Domenico Petruzzo. Obiettivo: ottenere un incontro, convocato dal Prefetto, e aprire un tavolo di crisi per discutere della questione con le istituzioni. "Nel corrente anno scolastico, oltre a non essere stata mantenuta la dotazione di personale del 2014-2015 (mancano 220 posti all'appello), la situazione è stata aggravata dalle norme introdotte sia con la legge 107/15 che dalla legge n. 208 del 2015, la cosiddetta legge di stabilità per il 2016, che da una parte ha vietato la sostituzione del personale tecnico e amministrativo temporaneamente assente e dall’altra ha limitato la sostituzione dei collaboratori scolastici assenti rendendola possibile solo dopo il settimo giorno di assenza", sostengono i sindacati.
Di conseguenza, sin dall’inizio del presente anno scolastico, le sedi sindacali provinciali hanno registrato, sia dai lavoratori sia da alcuni dirigenti scolastici, numerose pressanti segnalazioni di situazioni critiche, legate all’aggravamento dei carichi di lavoro e al conseguente ricorso sistematico all’orario straordinario; all’impossibilità, in caso di assenza del personale tecnico, di garantire l’apertura dei laboratori, con ripercussioni negative sull’attività didattica laboratoriale essenziale in certi indirizzi di studio; all’appesantimento dei carichi di lavoro, connessi alla dematerializzazione imposta alle scuole e resa difficile dall’utilizzo di videoterminali sovente obsoleti e di reti informatiche non adeguate a sostenere il funzionamento delle attività stesse;
alla perniciosa insistenza da parte del Miur e conseguentemente degli uffici territoriali nel richiedere alle scuole lo svolgimento dei monitoraggi che vanno ad aggiungersi alle attività connesse all’assegnazione di pratiche, un tempo di competenza degli uffici territoriali e del ministero stesso, quali ricostruzioni carriera, progetti relativi al programma operativo nazionale 2014-2020, viaggi d’istruzione, progetti del piano triennale dell’offerta formativa, registrazione contratti, rapporti scuola-famiglia, contabilità, ecc; al rischio di non poter garantire la sorveglianza e la sicurezza degli alunni; alla difficoltà nel mantenere l’igiene e la pulizia dei locali; alla difficoltà nel prestare assistenza agli alunni in difficoltà o diversamente abili; alle continue variazioni nell’orario di lavoro, con notevoli disagi per i lavoratori e negative ripercussioni per la loro vita familiare; alle carenze registrate nella formazione del personale, con particolare riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie e all’adozione di software innovativi da parte dell’amministrazione centrale
Nell’immediato, i sindacati chiedono che "sia consentita la proroga delle supplenze sui posti vacanti e disponibili assegnate al 30 giugno, anzichè al 31 agosto, in modo da consentire il corretto funzionamento delle istituzioni scolastiche, anche rispetto ai compiti istituzionali (ad esempio, gli esami di stato) e alle scadenze (organici, ecc.); siano altresì rimossi tutti i vincoli della legge di Stabilità in materia di limitazione delle supplenze; si proceda subito con le assunzioni in ruolo, tenuto conto che, ad oggi, alla luce della risposta data dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia al question time, ci sono tutte le condizioni per farlo; sia ripristinato un organico adeguato".