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I referendum su voucher e appalti come strumento per innescare un cambiamento, dopo anni di deregolamentazione crescente del mondo del lavoro. Un cambiamento che punti a sconfiggere "la rassegnazione del lavoro purché sia", quella disponibilità a rinunciare ai diritti, percependoli poco a poco come privilegi, e facendo così, in fondo, il gioco di chi punta sull'illegalità per il proprio tornaconto a scapito però della collettività e del futuro di intere generazioni. Ecco che allora l'impegno della Cgil non potrà certo fermarsi qui, a questo "gol segnato ma ancora da convalidare", per usare le parole di Giuseppe Massafra, segretario della Cgil nazionale, intervenuto oggi a Terni nel corso dell'iniziativa "Perché due sì" promossa dalla Camera del lavoro provinciale.
Un'occasione per ricordare prima di tutto a delegate e delegati di tutte le categorie del sindacato che la campagna elettorale non si è interrotta e non si interromperà fino a che il decreto del governo, che accoglie le istanze contenute nei due quesiti promossi dalla Cgil, non diventerà legge. "Noi non stiamo sereni", ha sintetizzato usando un noto refrain il segretario della Camera del Lavoro ternana, Attilio Romanelli. E questo anche perché - come ha aggiunto il segretario della Cgil regionale Vincenzo Sgalla - sembra essere già partita una contro-campagna mediatica, tutta volta a dimostrare, ad esempio, come senza voucher si aprirebbero delle falle nel mercato dei "lavoretti" pronte ad essere colmate con nuove dosi massicce di nero.
Eppure le storie e le esperienze dirette dicono altro. Dicono ad esempio, come ha sottolineato nel suo intervento a Terni Alessandro Rampiconi, segretario della Filt Cgil, che in un settore come quello del trasporto persone, dove di nero ce n'è poco o niente (pensiamo agli scuolabus o al trasporto disabili), i voucher si sono insinuati con prepotenza e hanno scalzato forme contrattuali che, seppure precarie, davano comunque quel minimo di garanzie e tutele che i buoni invece non danno.
Ma dicono anche che quando si parla di voucher non bisogna pensare solo a ripetizioni e babysitter. "Al nostro sportello del Nidil di Terni abbiamo ascoltato molte storie che testimoniano come i buoni siano andati progressivamente a sostituire i contratti - ha raccontato Claudio Aureli, del Nidil Cgil di Terni - storie come quella di Antonio, lavoratore chimico di 52 anni che dopo quasi 30 anni di lavoro con un normale contratto ha visto letteralmente sgretolarsi i suoi diritti e ora la paga la prende dal tabaccaio".
Degli appalti invece si parla di meno, forse perché è più difficile trovare argomenti che giustifichino l'esistenza di lavoratori di serie A e di serie B. Ma di certo, il tema non è meno sentito, soprattutto in un territorio come quello ternano, dove le grandi acciaierie utilizzano centinaia se non migliaia di lavoratori in appalto. "Se durante la vertenza del dicembre 2014 avessimo avuto la responsabilità solidale negli appalti - spiega il segretario generale della Fiom di Terni, Claudio Cipolla - di certo si sarebbero potuti salvare diversi posti di lavoro, soprattutto in quelle aziende più piccole dove non c'è il sindacato e dove al cambio d'appalto scatta il liberi tutti. E poi, la responsabilità solidale evita lo scaricabarile tra aziende, che finisce sempre per essere pagato dai soliti noti, i lavoratori".
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“La nostra sfida, con i referendum e con la Carta dei diritti universali – ha sottolineato il segretario della Cgil nazionale Giuseppe Massafra – punta a introdurre in questo paese un diritto del lavoro moderno, al passo con i tempi e quindi con le grandi innovazioni che stanno attraversando il sistema produttivo. Perché è solo restituendo dignità e diritti a tutte le tipologie di lavoro, dalle partite Iva ai contratti precari, che si può immaginare di percorrere la via alta dello sviluppo, che va nella direzione opposta rispetto a chi continua a credere che si possa competere sul mercato globale abbassando il costo e i diritti del lavoro. Ecco perché – ha concluso Massafra – siamo partiti da due elementi di massima degenerazione nel mondo del lavoro, voucher (140 milioni quelli staccati in Italia nel 2016) e mancanza di diritti negli appalti, per puntare ad un obiettivo più alto, la Carta dei diritti, la nostra proposta di un nuovo Statuto per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori".