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LIVORNO - Più che grande la soddisfazione in casa sindacale per la riuscita dello sciopero di 8 ore delle tute blu toscane con manifestazione regionale a Livorno. In 5.000 in piazza a Livorno e superiore all'80% la percentuale media di adesioni, con fabbriche e/o interi reparti fermi. Una adesione che evidenzia e mette in risalto la determinazione delle tute blu toscane nel voler conquistare un contratto nazionale di lavoro che tuteli i diritti ed aumenti i salari. Così le adesioni in alcune grandi fabbriche toscane. Firenze: Pignone: 85%, Indotto GE 90%, Infogroup 65%; Siena-Grosseto: Rimor 85%, Bartalesi, 65%, Itla, 75% Ferroli 95%, Silla 90%, Whirpool 100%. Pr Industrial, 65% Ugo Scotti 80%. Pistoia: Hitachi Rail Italy (Ex Breda) 85%; Lucca: Kme 81%, Pentair 59% Fabio Perini 60% Corghi 92%; Pisa: Piaggio 74%; Livorno: Magna 95%, Aferpi 75%, Arcelor 80%, Wass 65% Eni 90% Indotto 80%.
Commenta Massimo Braccini della Fiom Cgil Toscana: "“La manifestazione regionale dei metalmeccanici ha dato una forte impronta da Livorno dove si è visto una piazza piena di lavoratori convinti e determinati a riconquistare il contratto nazionale di lavoro. Come sempre i metalmeccanici hanno risposto massicciamente, le adesioni allo sciopero sono oltre l'80 %, produzioni pressoché ferme nelle più importanti fabbriche toscane, eccetto qualche defezione sui livelli impiegatizi. Federmeccanica vorrebbe riscrivere la storia del contratto nazionale e della contrattazione in modo da diminuire i diritti ed il potere d'acquisto dei lavoratori, senza un contratto nazionale che tutela alla base i diritti vi sarebbe la rivincita della disuguaglianza, non glielo permetteremo, se non vi saranno aperture al tavolo di trattativa nazionale incentiveremo ulteriormente le iniziative di mobilitazione e di lotta”.
Per Alessandro Beccastrini della Fim Cisl, "i dati che stanno arrivando dalle fabbriche toscane parlano di adesioni molto alte allo sciopero, che stanno stupendo anche noi, visto che da tanto tempo non portavamo avanti una grande vertenza in modo unitario. E’ il segno che i lavoratori hanno capito quanto sia difficile la battaglia per questo contratto. La loro risposta ci da più forza per continuare la battaglia e la trattativa per il rinnovo. Federmeccanica non potrà non tenerne conto".
“Non è per retrograda demagogia o ideologia – aggiunge Vincenzo Renda della Uilm – ma i metalmeccanici difenderanno questo contratto fino alla fine, perché gli sforzi dei lavoratori della nostra categoria hanno permesso all'Italia di diventare la settimana potenza mondiale. Vogliamo che il contratto Nazionale sia confermato come una tutela certa per tutti i lavoratori, sia dal punto di vista salariale che dei diritti. E non arretreremo, consapevoli che la parte datoriale senza il consenso dei lavoratori può andare poco lontano".