“Al centro dello sciopero generale del 12 marzo, proclamato dalla Cgil per chiedere di fermare i licenziamenti, affrontare le vertenze, ridurre le tasse per lavoratori e pensionati, nuove politiche di accoglienza per i migranti, ci sarà anche la difesa della libertà d’informazione”. È quanto afferma in una nota il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.

“Lo sciopero della Cgil e i suoi contenuti
- aggiunge il dirigente sindacale - sono avvolti da un silenzio imbarazzante. Ebbene, se non si vuol parlare del lavoro, sarà il lavoro che parlerà anche dell’informazione. Lo faremo nelle 100 manifestazioni del 12 marzo, quando saremo noi a parlare del problema della libertà di informazione e se lo vorranno saremo pronti a dare spazio e voce anche agli operatori delle trasmissioni che sono state cancellate”. A proposito dello stop ai talk show, imposto dal consiglio di amministrazione della Rai, Fammoni definisce “impressionante lo stillicidio di interventi di questi mesi sull’informazione”. Aggiungendo che “è fin troppo evidente che la campagna elettorale è solo una scusa per continuare a ridurre la libertà di informazione”.

“Ci troviamo di fronte
- conclude il segretario della Cgil - a una vera e propria bulimia informativa del governo e della sua maggioranza, e proprio nella massima fase della crisi si riducono gli spazi di informazione e di confronto propri del servizio pubblico. Della crisi, dei problemi reali che provoca, delle misure necessarie per contrastarla, delle inadeguatezze dell’iniziativa del governo non si vuole parlare. Così come non si vuole parlare del lavoro, oppure lo si raffigura in modo distorto e adesso con queste norme se ne vuole parlare ancora meno”.