Domani, 30 gennaio, a partire dalle 10.00, le vie di Ravenna ospiteranno lo sciopero generale di tutte le sigle sindacali dei bancari (Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl, Uilca e Unisin), indetto per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale contro la decisione unilaterale di Abi (Associazione bancaria italiana) di dare disdetta e successiva disapplicazione del contratto collettivo di lavoro a partire dal 1° aprile prossimo. A Ravenna si terrà una delle quattro manifestazioni nazionali (le altre si svolgeranno a Palermo, Roma, Milano); nel capoluogo romagnolo sono attesi oltre 4 mila manifestanti provenienti, oltre che dall'Emilia Romagna, da Veneto, Toscana, Marche e Umbria, in rappresentanza degli oltre 100 mila bancari di queste cinque regioni.

La manifestazione inizierà alle ore 10.00 con il concentramento dei militanti in piazza Farini (Stazione FS), per poi proseguire (a partire dalle ore 11.00) in un corteo che transiterà anche in via Angelo Mariani (proprio nei pressi della sede ufficiale della Cassa di Risparmio di Ravenna, la banca da cui proviene il presidente Abi Antonio Patuelli) e si concluderà in piazza del Popolo con gli interventi, tra gli altri, di Piero Ragazzini, della segreteria confederale nazionale Cisl, e Agostino Megale, segretario generale nazionale Fisac Cgil.


“I 180 miliardi di sofferenze che soffocano i bilanci delle banche, con l’erogazione del 48 per cento di prestiti pari o superiori ai 2 milioni di euro, prevalentemente a favore dei grandi gruppi industriali, non sono certo stati decisi dai lavoratori delle banche”, sottolineano all’unisono i sindacati dei bancari. “Nello stesso tempo – continuano i rappresentanti sindacali – nonostante i risultati gestionali siano stati quantomeno disastrosi, i banchieri negli ultimi 15 anni hanno incrementato i loro compensi mediamente di 600 mila euro, passando da 3,1 milioni a 3,7 milioni euro, vale a dire come 150 giovani apprendisti. Al contrario dei lavoratori delle banche che, oltre a sostenere carichi crescenti di lavoro a causa della fuoriuscita di oltre 68mila colleghi , hanno perso, nello stesso periodo, circa 810 euro di salario contrattuale”.