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Mani tra le pietre, ginocchia sulle macerie, corpo nei cunicoli. Un impegno fisico strenuo, come solo i Vigili del Fuoco sanno mettere in campo. Lo stesso che stanno replicando in queste ore, dalle prime di questa giornata nera, segnata da un devastante terremoto fatto di più violente scosse in sequenza che hanno martoriato un largo pezzo del centro Italia. Ne abbiamo parlato con un alto dirigente del Corpo dei Vigili del fuoco, impegnato in queste ore proprio ad Amatrice - il comune in provincia di Rieti letteralmente raso al suolo, insieme a tutte le sue frazioni - che per evitare 'personalizzazioni' ci ha chiesto di rimanere nell'anonimato.
“La macchina organizzativa è partita immediatamente, con tutte le sezioni operative allertate da subito”, ci racconta il dirigente del Corpo raggiunto telefonicamente ad Amatrice. “Abbiamo registrato - aggiunge - una prima difficoltà a raggiungere luoghi spesso inaccessibili, in ragione degli effetti prodotti dal terremoto. Difficoltà che abbiamo superato portando personale in elicottero”. Duecento già dalle prime ore, per arrivare ai circa seicento cinquanta uomini del Corpo al momento impegnati prevalentemente su Amatrice e tra le sue frazioni, alla ricerca dei superstiti, delle vittime e nel mettere in prima sicurezza il territorio.
“Stiamo ancora scavando ad Amatrice, i lavori continuano e andranno avanti ancora nelle prossime ore, copriremo tutto il territorio senza lasciare niente di intentato”, aggiunge mentre dal nucleo operativo voci lo richiamano. Tentiamo di cogliere l'aspetto umano di queste ore ma non facciamo breccia: “Non è la prima volta che fronteggio emergenze di questo genere - ci dice - ma in queste ore l'aspetto umano non conta, serve impegno professionale. Quello che come Vigili del fuoco stiamo mettendo in campo con grande orgoglio”. La telefonata si chiude, pochi minuti strappati. C'è ancora molto, tanto da fare. Tutto il resto verrà dopo.