“Un investimento di neanche 4 miliardi, che si riduce a 455 milioni da qui al 2016, solo 296 per il 2015. Questa sarebbe la scossa del governo per rilanciare le costruzioni e riavviare l’economia del paese? Più che scossa, lo sblocca-Italia appare un tentativo di ripararsi dallo tsunami aprendo l’ombrello.” E’ quanto ha affermato Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, a margine della conferenza stampa in cui gli edili Cgil, Cisl e Uil stamane hanno presentato i dati di crisi del settore e analizzato il decreto Sblocca Italia.

“Sembra che l’esecutivo non abbia ancora compreso né il valore del ruolo anticiclico che può avere l’edilizia per il paese - ha proseguito Schiavella - né le reali drammatiche condizioni di salute di questo settore, dove dal 2008 ad oggi sono sparite dalle Casse Edili 55mila imprese, oltre il 55% delle ore lavorate e il 46% degli operai, cioè 360mila addetti registrati, che aggiunti alle perdite nel resto della manodopera impiegata, nell’indotto dell’edilizia e negli altri comparti delle costruzioni fa un totale di 800mila posti di lavoro che non ci sono più. Per la polmonite non basta un’aspirina ma occorre l’antibiotico. Ed anche quell’aspirina, sicuramente utile per abbassare subito la febbre, deve essere non solo annunciata ma anche somministrata.”

Per questo “abbiamo deciso di tenere sotto osservazione tempi ed articolazione dello sblocca Italia” un monitoraggio costante sullo stato di avanzamento delle opere contenute nel decreto “che accompagneremo con iniziative nazionali e nei territori dove sono previsti i cantieri, di cui daremo conto con report periodici ai lavoratori ed ai mezzi di informazione” anche attraverso l’uso dell’hashtag #nonpossiamostaresereni, lanciato con l’assemblea nazionale dell’edilizia, che stamane ha discusso all’auditorium del centro congressi Frentani di Roma su come “dare gambe” al nuovo Ccnl - sottoscritto lo scorso luglio con Ance e Coop dopo diciassette mesi di difficile trattativa - a partire dall’avvio della stagione di rinnovi dei contratti provinciali.