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Poche novità, e anche nessun nuovo investimento, ma almeno le decisioni sono quelle giuste. È questo il giudizio della Fillea Cgil sul decreto “Sblocca Italia”, approvato dal Consiglio dei ministri venerdì 29 agosto, che prevede consistenti misure per l’edilizia e le grandi infrastrutture pubbliche. “Dopo tante chiacchiere, arrivano invece poche novità” commenta Walter Shiavella, segretario generale della Fillea Cgil: “i soldi sono sempre gli stessi, anche se è positiva la chiara scelta di priorità condivisibili come gli interventi sulle reti ferroviarie, più volte rivendicati dalla Fillea, quali la Napoli-Bari, la Palermo-Messina-Catania e il terzo valico dei Giovi dell’alta velocità Milano-Genova, e quelli sulle reti delle grandi aree urbane”.
Una boccata d’ossigeno per l’edilizia italiana, da troppo tempo ormai in una difficoltà senza precedenti. “In un paese in recessione da anni, il settore delle costruzioni continua a essere il fulcro della crisi” riprende Schiavella. Come confermano i dati Istat sul Pil, mostrando come l’edilizia abbia il peggior dato congiunturale di tutti i settori produttivi: “800 mila posti di lavoro bruciati in sei anni parlano più di ogni statistica circa l’urgenza di rilanciare un’adeguata e organica politica industriale per un settore vitale per il paese”.
Tornando al decreto “Sblocca Italia”, Schiavella sottolinea come “non ci sia di fatto traccia di quel selettivo e graduale allentamento del Patto di stabilità per i Comuni, che darebbe invece da subito ossigeno al settore con opere medio-piccole immediatamente cantierabili”. Soprattutto, continua il segretario della Fillea Cgil, preoccupa “l’assenza di risposte certe a quella strutturalità degli incentivi per l’adeguamento energetico e antisismico, che resta una leva fondamentale per la riconversione del settore”.
Ma ancor più preoccupante, aggiunge Schiavella, è “la persistente tendenza alla semplificazione, non in quanto tale, ma in quanto priva della necessaria attenzione alla qualità e alla sicurezza del lavoro. La strage consumata in questo mese di agosto, insieme all’evidenza di un settore che ha accompagnato la crescita dei numeri sulla disoccupazione a quella del lavoro nero e irregolare, dimostra quanto invece tale attenzione sarebbe necessaria e quanto il governo avrebbe bisogno di confrontarsi con le parti sociali per definire procedure più snelle ed efficaci”. Il regolamento edilizio tipo, la riforma e la semplificazione del codice degli appalti, conclude il segretario degli edili Cgil, sono “priorità condivise sulle quali attendiamo ancora risposte alle reiterate richieste di confronto avanzate unitariamente dalle organizzazioni sindacali del settore”.