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“Molte delle norme contenute nel decreto 'Sblocca Italia' aprono a rischi seri di corruzione e di infiltrazioni mafiose, in particolare all'articolo 9 con il quale si allunga a dismisura l'elenco delle deroghe al Codice degli Appalti”. E' quanto sostenuto dalla Cgil in occasione dell'audizione alla Camera sul decreto 'Sblocca Italia', nello spiegare che: “Dopo i casi dell'Expo e di Pompei, è la volta dei piani straordinari di edilizia scolastica, dissesto idrogeologico, prevenzione sismica, tutela dell'ambiente e dei beni culturali. Per beneficiare delle procedure in deroga basterà, secondo l'articolo, che l'ente interessato autocertifichi una situazione di estrema urgenza, individuando come indifferibili gli interventi relativi anche ad impianti, arredi e dotazioni funzionali”.
L'articolo in questione del decreto, spiega la Cgil, “rende possibile e facile il ricorso a trattativa privata, utilizzando a piene mani gli articoli del Codice sui quali è concessa la deroga. Innanzitutto viene elevata fino alla soglia comunitaria (5,186 milioni) la possibilità di affidare i contratti a trattativa privata attraverso la procedura negoziata senza bandi di gara, invitando un numero minimo di tre imprese. Viene elevato dal 20% al 30% l'importo dei lavori che l'impresa scelta senza gara potrà affidare in subappalto. Per le scuole, dove nella maggioranza dei casi sono in ballo lavori di piccola manutenzione, il Rup potrà affidare in via fiduciaria diretta, dopo aver invitato almeno 5 operatori, lavori fino a 200.000 euro”.
Il sindacato di corso d'Italia sottolinea quindi come l'articolo 9 sia “in contro tendenza con l'asserzione di procedere attraverso una pratica improntata alla trasparenza, alla legalità e alla concorrenza. Non da meno è l'Articolo 34 con il quale si consente, nei casi urgenti di bonifica e messa in sicurezza, di usare la procedura negoziata senza bando di gara e la possibilità di derogare alle varianti in corso d'opera, con il rischio evidente di stravolgere il progetto originario e di far lievitare i costi finali. Questo testo è incomprensibile e va modificato, togliendo le deroghe in contraddizione palese con gli stessi propositi del Governo in tema di lotta alla corruzione”, conclude la Cgil.