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In Sardegna l'Ance disdetta i contratti integrativi territoriali. E la Fillea reagisce. ”Diffidiamo tutte le imprese dal dare seguito alla gravissima decisione assunta dall'Ance di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano e, a tutela dei lavoratori discriminati, ricorreremo in tutte le sedi, comprese quelle legali". È questa la replica delle segreterie del sindacato degli edili Cgil regionale e di tutte le province sarde.
“Non bastava la crisi, che ha mandato a casa circa 28.000 lavoratori dell’edilizia - prosegue la Fillea - ora ci si mettono anche le imprese, che tentano di mettere le mani nelle tasche di chi ha ancora la fortuna di lavorare. Impediremo con tutte le nostre forze che si consumi questa ingiustizia.”
Per gli edili Cgil il comportamento di Ance è "incomprensibile e contraddittorio" a partire dalle motivazioni: "i costruttori contestano la decisione di Filca e Fillea di aver sottoscritto nel febbraio scorso con Confartigianato e Casartigiani l'integrativo del comparto artigiano, che ha riconosciuto salario a tantissimi lavoratori fino ad ora esclusi. Secondo l’Ance questo accordo dà voce ad un settore anomalo e costituisce dumping contrattuale, ma in realtà - precisa la Fillea -armonizza le sperequazioni da sempre esistite in Sardegna tra il sistema industriale e quello artigiano. Piuttosto, prima di contestare il nostro accordo con gli artigiani, si ricordi l’Ance che la contrattazione integrativa dell'industria è ferma al 2007."
Ma le incongruenze non finiscono qui: “Ance disdetta la parte economica salariale nei confronti dei lavoratori ma non quella relativa al sistema della bilateralità”, vale a dire la parte delle aliquote degli enti bilaterali, che sono strumento per attuare la contrattazione integrativa stessa.
“La disdetta - prosegue il comunicato - pregiudica l’esistenza nonché il funzionamento stesso degli enti che sono regolati attraverso la contrattazione integrativa, pertanto viene meno anche la legittimità a sedere come amministratori nei CdA degli enti bilaterali."
La Fillea accusa l'Ance di aver comunicato la sua decisione “non solo alle sue associate ma a tutte le imprese iscritte alla cassa edile,allegando nuove tabelle applicative decurtate del salario di 2° livello, violando palesemente un diritto acquisito dei lavoratori e introducendo di fatto una discriminazione tra vecchi e nuovi assunti."
Dalla Fillea infine l'auspicio che si "ripristinino delle normali relazioni sindacali, ma ciò può accadere solo mettendo da parte quella disdetta, impedendo così che si compia una ingiustizia verso i lavoratori e che si pregiudichi l’attività degli enti, con il rischio del commissariamento."