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È davvero il caso di dire che siamo in un autunno caldo per la Sardegna. Tante le vertenze aperte, Alcoa in testa, ma non meno importanti sono quelle della Vinyls di Porto Torres, di Ottana energia, di Eurallumina. Un sistema produttivo al collasso che in sette anni ha perso ben 35mila posti di lavoro, tantissimi per l'Isola dove le alternative non sono molte. La situazione più drammatica è nel Sulcis Iglesiente, dove Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo sciopero generale di 24 ore per il prossimo 29 ottobre con manifestazione a Roma.
Uno dei nodi più difficili da sciogliere per le vertenze sarde resta quello dell'Alcoa, dove si susseguono le assemblee a Portovesme e gli incontri in Regione a Cagliari, mentre le ditte d'appalto hanno avviato le procedure di licenziamento per 500 operi dell'indotto. Una situazione di stallo senza che arrivino notizie certe dal ministero dello Sviluppo economico su nuove trattative o sulla prosecuzione di quella con Glencore.
Intanto una cosa è sicura: dal 3 novembre l'impianto sarà fermato e dal 1 gennaio 2013 tutti gli operai saranno in cassa integrazione. "Stiamo chiedendo agli imprenditori di garantire gli ammortizzatori sociali sino fine anno e poi per il 2013 - spiega Franco Bardi responsabile settore alluminio della Fiom provinciale - perché c'è, seppure remota, una speranza che la fabbrica possa riaprire. È chiaro che la preoccupazione e l'attenzione resta alta".
Poi c'è la vicenda della Carbosulcis, "la risorsa sprecata" come la definisce il segretario della Camera del lavoro del Sulcis, Roberto Puddu, in un articolo su rassegna. "Il carbone di Nuraxi Figus - afferma - potrebbe essere utilizzato non solo dalla centrale locale, ma anche dalla centrale E.On, nel nord della Sardegna, e poi nella penisola, ma nessuno vuole investire e così si rischia di chiudere tutto".
Quanto all'Eurallumina, dal 22 ottobre potrebbe essere convocato il tavolo tra sindacati, Regione, ministero dello Sviluppo economico e la Rusal per la firma del protocollo d'intesa per il riavvio dello stabilimento di Portovesme fermo dall'aprile 2009. Tra i punti dell'intesa la costituzione della newco e la tipologia del finanziamento per l'investimento (110 milioni di cui 60% azienda e 40% pubblico). Ma per ora non c'è nulla di concreto.
Così come è sempre in bilico il futuro della Vinyls, sia per gli impianti di Porto Torres sia per quelli di Venezia. Al momento non ci sono al momento sostanziali novità e non sono previsti depositi di atti in tribunale: a dirlo sono i commissari incaricati della cessione dei rami dell'azienda chimica. Per Vinyls a Porto Torres sarebbe confermato un interessamento da parte di una società brasiliana - ma tutto è tenuto sotto stretto riserbo e da confermare.
I lavoratori sardi, così come quelli di molte altre aziende in crisi, si ritroveranno a Roma, il 20 ottobre, per portare in piazza la loro vertenza, nell'ambito della manifestazione nazionale “Il lavoro prima di tutto”, organizzata dalla Cgil.