“Mi ha colpito molto un'espressione usata da Monti, ovvero che il governo non vuole la concertazione, come se la concertazione fosse un inciucio. L'inciucio il governo e il Parlamento lo hanno fatto sulle liberalizzazioni con i tassisti, i farmacisti, le varie lobby. Quando si dice, poi, che i sindacati non devono avere potere di veto è giusto, ma poi non si dovrebbe permettere che lo abbia Mediaset sulle frequenze o la Chiesa Cattolica su molte altre questioni”. Intervistata sull’Unità domenica, Chiara Saraceno ne ha di cose da dire a Monti e Fornero. “Si può sostenere che i sindacati sono poco rappresentativi, ma allora i tavoli vanno allargati ad altri soggetti, non chiusi. Concertare significa tentare di raggiungere un accordo, è fondamentale in una democrazia. Non si può parlare di modello tedesco e poi di inciucio: in Germania la concertazione e la cogestione sono regole, modelli”. E l’articolo 18, spiega la sociologa, “è una questione simbolica soprattutto per il governo, che ha voluto portarla a casa ad ogni costo. A rischio di fare un pasticcio, di tirarsi la zappa sui piedi. Questo non credo che produrrà ondate di licenziamenti, ma di sicuro creerà un contenzioso giudiziario fortissimo. In questo è stato il governo a dimostrarsi ideologico”.