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La riorganizzazione delle Asl, i primi prepensionamenti e l’entrata in vigore, da ieri, della direttiva europea sull’obbligo del riposo minimo di 11 ore continuative nell’arco delle 24 ore, combinati assieme porteranno al collasso dei servizi della sanità toscana, se non verranno immediatamente messe in campo adeguate politiche di assunzioni.
E’ l’allarme pubblico lanciato dai segretari regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Alice D’Ercole, Marco Bucci e Mario Renzi che denunciano di aver sollevato il problema da mesi con l’assessore regionale Stefania Saccardi e il presidente Enrico Rossi, su “una situazione che peggiora di giorno in giorno e che vede forti criticità anche sul versante del rischio clinico negli ospedali, della tenuta quantitativa e qualitativa dei servizi erogati e delle conseguenti ricadute sull’ulteriore allungamento delle liste di attesa”.
“Sul fronte dell’assistenza ai malati – sottolinea D’Ercole, della Fp-Cgil- si registrano segnali sempre più preoccupanti e prospettive ancora più buie. Sull’onda dell’emergenza, gli infermieri e gli operatori socio sanitari devono fare continui doppi turni e non hanno la possibilità di recuperare con rientri nei giorni successivi. Aumenta il ricorso agli straordinari come misura strutturale per tappare i buchi di una macchina che non riesce più a tenere i giri compatibili con le attività da garantire.”
“Non si danno risposte essenziali alla stabilizzazione del personale – aggiunge Bucci, della Cisl-Fp - che la normativa nazionale comunque consentirebbe, lasciando i professionisti in una situazione di incertezza con il rischio concreto di provocare schizofrenie inutili sul cambio del personale a tempo determinato. Si fa inoltre ricorso in modo inappropriato al lavoro interinale, pagando oltre al personale anche il costo dell’agenzia: una situazione che genera precarietà costante senza effetti positivi per il sistema.”
“Va infine ricordato – sottolinea Renzi, della Uil-Fpl - che sulla vicenda del blocco di 166 graduatorie da parte di Estar, nonostante l’intesa fra Regione e sindacati, ad oggi la situazione è totalmente confusa e insufficiente nelle risposte: non sono previsti a breve concorsi con nuove graduatorie in grado di rispondere ai fabbisogni essenziali di personale delle aziende, mentre prevale una logica irresponsabile di risparmio sui budget di fine anno che sa più di metodo da bottegai che di pianificazione seria delle risposte ai bisogni di salute delle persone, pur nel rispetto delle compatibilità economiche. E’ sconcertante che si continui a muoversi con il blocco pressoché totale delle assunzioni, a maggior ragione vista la delicata fase di riorganizzazione di sistema.”
Cgil, Cisl e Uil di categoria hanno inviato all’assessore Saccardi un forte invito a sottoscrivere un accordo fra le parti che, a fronte del piano per l’accorpamento delle Asl, tuteli il personale nel passaggio alle nuove aziende, riconosca agli operatori interessati i tempi di vestizione al personale, come sancito a più riprese dalla Suprema Corte di Cassazione e soprattutto realizzi entro il mese di dicembre un seria ricognizione dei fabbisogni di personale in ogni Area Vasta per ciascun profilo per il triennio 2016-2018 a cui corrispondono le necessarie assunzioni. “E’ una risposta non rinviabile – dicono i sindacati - senza la quale saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione e mettere in campo tutte le iniziative conseguenti.”