“Dal confronto usciamo sapendo di aver fatto la cosa giusta. La nostra denuncia e la nostra mobilitazione contro lo smantellamento del sistema sanitario pubblico nel Lazio hanno prodotto i primi importanti risultati. Lo stato di agitazione è sospeso. Per revocarlo, aspettiamo che il 6 aprile, all’incontro in Regione, si abbia l’ufficialità sulla garanzia del mantenimento del piano assunzionale. Ma siamo di fronte a un vero passo avanti”. Con una nota congiunta Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Anaao Assomed, Fp Cgil Medici, Cisl Medici e Uil Medici di Roma e Lazio commentano l’incontro di stamattina in prefettura sulla vertenza aperta con l’appello alla ministra Beatrice Lorenzin e al presidente Nicola Zingaretti e continuato con la convocazione degli stati generali della sanità pubblica.
“L'incontro di ieri tra Mef e Regione Lazio ha ristabilito un minimo di buon senso e restituito al sistema sanitario regionale la sua dignità. Va sempre ricordato che la nostra sanità senza questo piano assunzionale avrebbe perso altri 2.700 operatori nei prossimi due anni, dopo essere stata falcidiata da un pesantissimo piano di rientro e aver sacrificato 15.000 unità - ovvero il 27,4% del proprio personale -, e portando l’età media a sforare la soglia monstre dei 55 anni”, continua il comunicato.
“Aver scongiurato il rischio che il piano assunzionale saltasse è un risultato importante per mantenere in piedi i servizi e arginare la crisi di un sistema colpito da tagli lineari pesantissimi, i cui dipendenti pagano nove anni di blocco della contrattazione. Una volta messo in salvo questo risultato, intensificheremo gli sforzi su tutti gli altri problemi rimasti irrisolti, perché è evidente a tutti che, vista la situazione, persino questo punto messo a segno dai servizi pubblici non mette al riparo dal declino del sistema. La lotta ha pagato ma la nostra attenzione resta alta”, concludono i sindacati.