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(Adnkronos Salute) - I medici italiani 'imbracciano le armi' e scendono in piazza. Non per rivendicare un contratto o una convenzione, ma per difendere il Servizio sanitario nazionale, sempre più colpito - denunciano - da tagli di risorse e servizi. Un Ssn che, di questo passo, "rischia di garantire sempre meno cure ai cittadini". E' infatti proprio per denunciare una situazione da "allarme rosso" che le più importanti organizzazioni sindacali di categoria, dalla convenzionata all'ospedaliera, hanno indetto una manifestazione nazionale, in programma sabato prossimo a Roma.
Migliaia di medici e "tantissimi cittadini" sfileranno per le vie della capitale a difesa di un Ssn che negli ultimi anni ha pagato sulla propria pelle molti tagli, "più che in Grecia", afferma il segretario nazionale dell'Anaao Assomed, Costantino Troie, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'evento.
"A dispetto di una spesa tra le più basse in Europa, con indicatori di salute tra i migliori - sottolinea Troise - la sanità italiana è diventata il settore più bersagliato da tagli indiscriminati, incentivando così un processo di privatizzazione del sistema, a tutto vantaggio del privato che opera fuori dal Ssn". Insomma, secondo i camici bianchi il rischio è di ritrovarsi in prospettiva con "un sistema pubblico povero per i poveri".
A pagare dazio saranno quindi soprattutto i cittadini. "Tra manovre e spendine review - sottolinea il segretario generale della Fp Cgil medici, Massimo Cozza - il rischio di non riuscire a garantire tutti i servizi ai cittadini è concreto. Il tetto alla spesa di beni e servizi contenuto ad esempio all'interno della legge di stabilità ne è la prova. Insomma, in un prossimo futuro, per i pazienti, potrebbero esserci meno lenzuola, meno pasti, meno pulizia nei reparti. E sicuramente più ticket".
Secondo i medici ci sono almeno "10 buoni motivi" per partecipare alla manifestazione, che partirà alle 11 da piazza della Repubblica per concludersi al Colosseo. Tra questi: il contrasto al precariato; la difesa della quantità e qualità delle prestazioni; la lotta all'ingerenza della politica nella gestione della sanità; il contrasto alla mobilità coatta e alla penalizzazione della libera professione; il rispetto del contratto di lavoro.
Oltre che sensibilizzare i cittadini, con la manifestazione di sabato i medici intendono richiamare anche l'attenzione della politica. E lo fanno tendendo una mano: "Noi siamo anche disposti a fare dei sacrifici - spiega il segretario generale della Fimmg (Federazione nazionale medici di famiglia), Giacomo Milillo - Però non devono essere sacrifici inutili e dannosi per i cittadini".
Intanto, i camici bianchi 'indossano l'elmetto': "Dopo aver evidenziato a più riprese allarme e preoccupazione, riteniamo giunto il momento dell'assunzione diretta di responsabilità individuali e collettive, partecipando attivamente ad una civile e forte protesta per la difesa del Servizio sanitario nazionale. Solo l'apertura di una stagione di lotta di tutte le forze che hanno a cuore il patrimonio e la sorte del Ssn potrà salvarlo da un evidente e progressivo abbandono".