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Difendere il contratto nazionale di lavoro contro la disdetta unilaterale e il chiaro intento di peggiorare le condizioni di lavoro. È un incipit come se ne leggono tanti quando si tratta di raccontare storie di lavoro, ma ciò che è accaduto oggi a Nola segna una sua specificità. Oggi infatti nella cittadina alle porte di Napoli hanno scioperato e sono scesi in piazza le lavoratrici e i lavoratori del Cfr, un centro di riabilitazione di Nola, per denunciare il tentativo di peggiorare le condizioni di lavoro di chi è impegnato nel campo della sanità privata, sia sul versante delle norme che su quello del salario. E lo hanno fatto con il sostegno e la partecipazione dei pazienti e dei cittadini.
Circa settanta lavoratori (la totalità degli addetti al Cfr, al netto della garanzia dei servizi minimi) insieme alla cittadinanza e all'utenza, hanno attraversato le strade di Nola per protestare contro lo stralcio del contratto nazionale di riferimento (Aiop) e il passaggio forzato verso un contratto 'peggiorativo'. Ne è uscito fuori così un corteo partecipato, colorato e rumoroso. Ma non solo: questa vertenza, che si trascina da giorni e che ha segnato già una prima importante tappa con lo sciopero dello scorso 15 gennaio, ha generato una vera solidarietà tra i lavoratori contro il tentativo di istituire un doppio regime tra nuovi e vecchi assunti. Tant'è che è nato uno specifico 'Comitato per la difesa del contratto collettivo nazionale', segnale inequivocabile di una forte e trasversale solidarietà.
“Siamo impegnati su questa vertenza, per noi simbolo dello stato in cui versa in Campania la sanità accreditata, da giorni, registrando una straordinaria solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori”, spiega Ileana Remini, segretaria provinciale della Fp Cgil Napoli, al termine della giornata, che aggiunge: “La manifestazione di oggi è stata uno straordinario successo, con il coinvolgimento dei cittadini e degli utenti, e che si è chiusa con un incontro con il sindaco di Nola, Geremia Biancardi”. La specificità della vertenza è dettata anche dalla controparte, il titolare della Cfr, infatti, è Bruno Pizza, ovvero la stessa persona a capo dell'Anpric, l'Associazione dei centri di riabilitazione. Il timore, con qualche fondamento, spiega Remini, “è che se inizia il presidente dell'associazione a disdire e applicare un contratto peggiorativo nella sua struttura, tutti gli altri si sentiranno in diritto se non in dovere di farlo”.
A dare sostengo oggi a Nola anche il segretario nazionale della Fp Cgil, Cecilia Taranto, titolare del comparto sanità. “Una grande giornata di lotta e di solidarietà dei lavoratori e tra i lavoratori, scesi in piazza per rivendicare 'stesso lavoro, stessi diritti'. Un messaggio che interpreta a pieno il sentimento profondo dei lavoratori del Cfr”, spiega la dirigente sindacale che, a questa vertenza, offre però una 'lettura' nazionale. “Siamo tutti consapevoli che la partita che ci stiamo giocando è enorme - dice Taranto -, ovvero affermare il diritto dei lavoratori ad 'appartenere' ad un unico contratto del settore sanitario e a respingere i tentativi di frantumazione. Per noi questa battaglia è cruciale per combattere le scelte unilaterali e per dare il via all'apertura della stagione per il rinnovo del contratto della sanità privata”.
Dalla giornata e dai risultati di oggi i lavoratori del Cfr e la Fp Cgil sul territorio, insieme alle altre categorie di Cisl e Uil, ripartono: altri scioperi sono programmati in altre strutture nei prossimi giorni, in vista della mobilitazione unitaria della sanità, pubblica e privata, in programma in Campania il prossimo 11 febbraio. “Continuiamo, andiamo avanti, e giornate come quella di oggi ci danno più forza - conclude Remini - per provare a canalizzare tutte le vertenze del settore verso un solo interlocutore, il solo che può fornire risposte e regole contro la 'giungla contrattuale': la Regione”.