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L’indebolimento del sistema sanitario regionale attraverso i continui tagli effettuati dai governi che si sono succeduti in questi anni sta aprendo la strada ad un’idea strisciante di privatizzazione che ha già creato danni ingenti in altre realtà italiane. È questo, in estrema sintesi, l’allarme lanciato dalla Fp Cgil dell’Umbria che oggi, 26 aprile, ha fatto il punto sullo stato di salute del sistema sanitario umbro, insieme alla segretaria generale della Fp Cgil nazionale, Serena Sorrentino, in una partecipata assemblea presso l’azienda ospedaliera di Perugia.
"Da San Giustino a San Liberato - ha detto il segretario generale della Fp Cgil Umbria - siamo ‘circondati' da strutture private pronte con ingenti investimenti ad entrare nella filiera più remunerativa della sanità umbra, (riabilitazione, diagnostica, etc) in un’ottica incentrata sull’aumento dell’offerta dei servizi, tenendosi però alla larga dalla parte delle prestazioni più complesse e onerose, ovviamente lasciate al servizio pubblico e a carico della fiscalità generale pagata quasi esclusivamente dai lavoratori e dai pensionati”.
Intanto, mentre aumenta in Umbria l’indice di vecchiaia della popolazione e di conseguenza crescono non autosufficienza e cronicità, i numeri dicono che i lavoratori della sanità nel 2017 sono sostanzialmente gli stessi del 2009 (per quanto riguarda quelli del comparto delle Asl, ad esempio, erano 5451 nel 2009, sono 5471 nel 2017). “È l'effetto del blocco del turnover che insieme a quello dei contratti ha penalizzato fortemente lavoratrici e lavoratori del pubblico impiego nell’ultimo decennio - ha spiegato Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil nazionale - ed ecco perché la stagione contrattuale che abbiamo riaperto con fatica diventa fondamentale perché si incrocia con una proposta generale sulle politiche che sovrintendono le funzioni pubbliche".
Per quanto riguarda l’Umbria, secondo la Fp Cgil, il più importante sindacato dei lavoratori pubblici, "parlare di contenitori e di assetti senza conoscere, valutare, approfondire quello che è accaduto negli ultimi anni non farà avanzare di un millimetro la discussione su quale dovrà essere la sanità nella nostra regione”. Ecco perché la Fp si tira fuori dalle “tifoserie che si stanno già preparando, a prescindere dai contenuti”.
"Non saremo spettatori sugli spalti. Saremo protagonisti”, hanno sottolineato nei loro interventi i rappresentanti sindacali delle 4 aziende umbre, che hanno insistito sulla necessità di una maggiore partecipazione dei lavoratori della sanità alle scelte che ne determineranno assetti futuri e funzionamento. Le proposte concrete non mancano, come quella più volte avanzata di attivare rapidamente per tutti i cittadini il “fascicolo”elettronico; mentre “non sono più accettabili”, per la Fp Cgil, rinvii nella soppressione dei “doppioni” sanitari presenti.
E poi, basta con la sanità “ospedalocentrica”, nel senso - spiega il sindacato - che "l’ospedale è il punto finale e di eventuale arrivo, e non di partenza di un’attività di diagnosi, di cura e di terapia”.