"In Campania, dopo anni di tagli lineari e di politiche di austerità che hanno determinato una riduzione della qualità della offerta sanitaria, il Sistema Salute pubblico e privato accreditato è avviato verso una lenta, ma progressiva agonia". E' quanto affermano Giosué Di Maro, Segretario Regionale CGIL-FP Medici Campania, e Anna Canzanella, Segretario Sanità CGIL-FP Campania.
"In un settore già carente di personale - spiegano i due sindacalisti - il ripristino della normativa europea sull’orario di lavoro del personale del S.S.N., a tutela della salute dei lavoratori e della appropriatezza delle prestazioni ai cittadini, sta generando difficoltà in molti ospedali con l’aggravante di interpretazioni diverse delle norme, anche all’interno della stessa Regione. Infatti, per garantire la applicazione della legge, considerato che il blocco del turn over ha ridotto l’organico regionale di circa 15.000 unità, si sta facendo ricorso ad accorpamenti e chiusura di servizi, al di fuori di ogni programmazione, che stanno provocando l’ulteriore riduzione dei L.E.A., l’incremento delle liste di attesa, delle barelle e della migrazione sanitaria extra-regionale".
"Le vittime innocenti di questa situazione - proseguono - sono i cittadini, i pazienti ed i lavoratori che con senso di abnegazione assicurano l’assistenza in una situazione ogni giorno sempre più insostenibile. Questi sono i motivi che, nelle scorse settimane, hanno indotto la FP CGIL e la FP CGIL Medici, unitariamente con CISL e UIL di Funzione Pubblica, comparto e dirigenza, a proclamare lo stato di agitazione dell’intero settore sanitario".
Di Maro e Canzanella rilevano che "gli organi di stampa, in questi giorni, hanno riportato dichiarazioni contrastanti sul modello sanitario regionale da prendere a riferimento, nonché notizie di un nuovo piano di riorganizzazione della rete assistenziale che prevede ulteriori tagli di posti letto, accorpamenti, riduzione di punti nascita, meno ospedali e più sanità territoriale. E’ l’ennesima narrazione mediatica che rifugge il confronto di merito con le parti sociali, che da anni avanzano proposte, mentre ogni giorno il lavoro in sanità è sempre più difficile ed i cittadini verificano sulla loro pelle la negazione del diritto costituzionale alla salute. Bisogna intervenire con urgenza per affrontare la grave crisi che sta determinando la implosione del Sistema Sanitario con un intervento strutturale che consenta di programmare una appropriata risposta assistenziale ai bisogni di salute sostenuta da un numero adeguato di personale".
Per la Cgil "è necessario, per far fronte alla drammatica carenza di personale, assumere nuovo personale, con risorse economiche certe, e stabilizzare il personale precario da anni collegato alla garanzia del L.E.A. ed il cui costo è storicizzato nei bilanci aziendali. Un piano complessivo che sia il risultato di un confronto con gli attori del sistema, gli stessi che devono sostenerlo ed attuarlo, e non solo il prodotto di un asettico lavoro “ragionieristico”, perché se così fosse sarebbe l’ennesima beffa ai danni dei cittadini e dei lavoratori: basta annunci servono risposte concrete perché la sanità è in agonia".