"La chiusura dell’ospedale Forlanini, decisa già nel 2007, si è trasformata in una lenta e insopportabile agonia. Per quanto non auspichiamo mai la riduzione dei servizi ai cittadini, ci siamo pronunciati da tempo per la chiusura della struttura, visto lo stato di degrado in cui versa: abbandonata negli ultimi anni, è ormai divenuta un inutile monumento allo sperpero di denaro pubblico, visto che grava per 20 milioni l’anno sul bilancio dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini". Così Enrico Gregorini, segretario generale della Fp Cgil Roma centro ovest litoranea.
"L’incuria e l’incapacità di mantenere livelli minimi di sicurezza ed efficienza ha portato al precipitare di una situazione, già nota e prevedibile, che oggi mette a rischio i pochi degenti rimasti e gli operatori che li assistono.
Si protrae una frenetica e disordinata corsa al trasferimento dei malati in altra struttura, costi quel che costi, per il timore della direzione sanitaria di non poter garantire i livelli minimi di assistenza, che una seria programmazione del processo di chiusura avrebbe invece assicurato", prosegue il dirigente sindacale.
"Denunciamo l’assoluta impreparazione a fronteggiare una situazione, largamente prevedibile e finora ignorata, che sull’onda dell’emergenza, del degrado e degli incontrastabili furti comporterà l'ulteriore riduzione dell’offerta di sanità, comprimendola ulteriormente dentro lo Spallanzani e il San Camillo, ospedale in perenne ristrutturazione di reparti e servizi. Qualcuno crede davvero sia possibile mettere due ospedali in uno in questo modo, senza perdere parti importanti dell'offerta di salute?", conclude l'esponente Cgil.
Sanità, Fp Cgil Roma Col: Forlanini, eutanasia di un ospedale
"La chiusura dell’ospedale romano si è trasformata in una lenta e insopportabile agonia, visto lo stato di degrado in cui versa: abbandonato negli ultimi anni, è ormai divenuto un inutile monumento allo sperpero di denaro pubblico", denuncia il sindacato
23 giugno 2015 • 00:00