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“L'istituzione di un albo nazionale dei manager in sanità è un passo in avanti per la trasparenza ma presenta anche pericoli per i cittadini”. E' quanto affermano il segretario nazionale della Fp Cgil, Cecilia Taranto, e il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, in vista del decreto attuativo della legge Madia oggi in Cdm.
Per i due dirigenti sindacali “in un quadro di riduzione delle prestazioni sanitarie pubbliche, spesso camuffata da lotta agli sprechi, non vorremmo che il criterio della meritocrazia nella scelta dei manager veda premiato chi taglia rispetto a chi garantisce le cure”.
Secondo Taranto e Cozza “se il manager non raggiungerà gli obbiettivi economici finanziari sarà soggetto alla decadenza automatica dall'incarico con cancellazione dall'elenco nazionale. Basti pensare alla nuova norma della Legge di Stabilità che prevede l'obbiettivo del piano di rientro triennale per i manager delle aziende ospedaliere che presentano uno scostamento tra costi e ricavi pari o superiore al 10 % o di almeno 10 milioni di euro. Questo riguarderà un'azienda ospedaliera su quattro secondo i dati Agenas 2014, a partire dal San Camillo di Roma con 159 milioni di euro da trovare. O tagli, o vai via”, concludono.