L’11 febbraio si è svolta, a Napoli, una manifestazione sindacale unitaria per il diritto alla salute e per portare all’attenzione generale la drammatica situazione assistenziale e occupazionale in cui versa la sanità in Campania. Di questo, si è parlato a ‘Lavoro pubblico’, la rubrica di RadioArticolo1, realizzata in collaborazione con la Funzione pubblica Cgil (qui il podcast).

“Il quadro è a tinte fosche – spiega Alfredo Garzi, segretario generale della Fp Cgil della Campania –, in primo luogo, perché abbiamo perso oltre 16.000 lavoratori della sanità negli ultimi sette anni. Ciò comporta un continuo abbassamento della quantità e della qualità delle prestazioni, mettendo sempre più in difficoltà gli operatori e non riuscendo più a garantire nemmeno i livelli minimi di assistenza. Nel contempo, questo causa la chiusura di interi reparti ospedalieri, alimentando ulteriormente la mobilità degli utenti verso altre regioni, con una perdita di circa 300.000 prestazioni all’anno per la sanità campana. Oltretutto, per poter accedere ai servizi sanitari sul nostro territorio, i cittadini sono già costretti a pagare i ticket più alti d’Italia. Abbiamo fiducia che la nomina del nuovo commissario straordinario per la sanità porti a qualche cambiamento”.

“Secondo noi, per cambiare verso alla sanità - uno degli slogan della nostra manifestazione -, si deve andare al più presto allo sblocco del turn over e alla stabilizzazione del precariato, per quanto riguarda il profilo occupazionale. Dall’altro versante, va operata una risistemazione della rete ospedaliera, non abbandonando i presìdi sanitari dentro la città, come sta accadendo invece un po’ ovunque, ad esempio nei reparti di maternità, che si vanno chiudendo anche nel privato".

"Va riportato poi nella giusta direzione il rapporto tra pubblico e privato, sia in termini di finanziamenti che di scelte. In ogni caso, il servizio privato non può essere sostitutivo di quello pubblico, ma subordinato ad esso, e semmai deve integrarne alcune carenze, non viceversa. Anche perché la condizione dei lavoratori privati della sanità è sempre più difficile: assistiamo a disdette continue dei contratti collettivi nazionali di lavoro di istituti e cliniche private, sostituiti da contratti che nulla hanno a che vedere con la legalità. Ci aspettiamo di essere convocati al più presto sia dalla Giunta regionale che dal commissario straordinario: a loro, diciamo basta con gli annunci e via con gli interventi concreti”, ha concluso il dirigente sindacale.