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"L'articolo 1 del testo del DL 90 sulla Pubblica Amministrazione consente alle aziende sanitarie di mandare in pensione i dirigenti medici con 42 anni e 6 mesi di contributi, 41 anni e 6 mesi per le donne. Una norma che, in assenza dell'automatismo sull'assunzione di giovani medici, rischia di provocare una perdita di ulteriori 7mila unità per il servizio sanitario nazionale". A lanciare l'allarme è Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici.
"La norma - spiega Cozza - è già entrata in vigore e riguarda in particolare i dirigenti medici, che in gran parte hanno riscattato circa 10 anni di laurea e specializzazione. Secondo le nostre stime, basate sul Conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, sono circa 7mila i medici che potrebbero rientrare nel pensionamento".
"Riteniamo sbagliato che una tale norma preveda l'arbitrarietà da parte delle aziende nel decidere quali medici mandare in pensione e quali no - conclude Cozza - Una criticità in linea con la logica di asservimento della dirigenza pubblica alla politica che pervade il progetto sulla pubblica amministrazione del Governo Renzi".