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Preoccupazione per il futuro e per i possibili contenuti del piano industriale, vendite bloccate e totale assenza di una proposta per il rilancio aziendale dei marchi storici. Questi, i motivi per cui i lavoratori della Sangemini hanno incrociato le braccia per un’ora su ogni turno oggi, 14 settembre, partecipando al sit-in organizzato davanti ai cancelli della fabbrica da Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, a cui hanno preso parte anche diversi rappresentanti istituzionali.
"Vogliamo un piano di rilancio per i marchi storici della Sangemini, risposte certe per i lavoratori e strategie di vendita mirate – afferma Simone Dezi, Fai Umbria –. Per questo, abbiamo indetto oggi questo sciopero. Servono investimenti – prosegue – mirati a diversificare le produzioni, come linea vetro e beverage, al fine di mantenere i livelli occupazionali e il salario dei lavoratori".
"La proprietà – dice Paolo Sciaboletta, Flai Umbria – è latitante da mesi, rifiuta ogni confronto con le rappresentanze dei lavoratori e ha totalmente disatteso gli impegni presi al momento dell’acquisto dell’azienda. Finora si sono limitati a far girare la voce all’interno dello stabilimento di una cassa integrazione che riguarderebbe circa un terzo dei dipendenti. Nulla di più. Un simile comportamento è inaccettabile".
Per Daniele Marcaccioli, segretario regionale Uila, "occorre ripartire dagli impegni rimasti sulla carta nell’accordo del 2014, dove la proprietà si era impegnata al rilancio dello stabilimento, sia in termini di milioni di bottiglie vendute che di salvaguardia occupazionale, anche attuando una politica di vendita di acqua a km zero, tanto sbandierata dall’azienda e mai realizzata. In un territorio dove la crisi non è mai passata, come tutti i dati testimoniano impietosamente, non possiamo permetterci la perdita di altri posti di lavoro".
L’assemblea dei lavoratori, prevista per lunedì 17, deciderà quali saranno le prossime iniziative di lotta da mettere in campo. Il 19 settembre, i sindacati sono attesi in Confindustria per la presentazione del piano industriale di sviluppo. Il 24 è previsto un incontro presso il tavolo dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Fabio Paparelli.
"Ringraziamo tutte le istituzioni intervenute – si legge in una nota sindacale unitaria –, e le chiamiamo ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, vigilando sull’intero percorso della vertenza che prenderà il via dalla prossima settimana. Ricordiamo che le concessioni sull’emungimento dei pozzi e sulla stessa acqua sono regionali. Si tratta di un bene pubblico, nessuna proprietà può pensare di fare ciò che vuole e ognuno deve fare la sua parte".