PHOTO
Il welfare come scelta strategica di ripresa economica e sociale: “un grande investimento capace per un verso di garantire diritti e per l'altro di alimentare la crescita attraverso la creazione di posti di lavoro”. Da questa idea nasce la campagna di mobilitazione promossa dalla Cgil 'Salviamo la Salute. Attraversa l'Italia', a sostegno di una proposta del sindacato che parte da “un’idea forte e innovativa che rovescia le fallimentari politiche di austerity e che vede nel sistema di welfare sociale e sanitario pubblico e universale un grande volano di sviluppo”. La campagna della Cgil 'Salviamo la Salute', presentata oggi a Roma, partirà a settembre per durare fino a giugno del prossimo anno. Tante le tappe lungo tutta la penisola con tre gli appuntamenti nazionali ('La filiera della salute fa bene all’economia', 'Valore al lavoro nei servizi alla persona: stop lavoro povero', 'Salute e medicina di genere'). A conclusione del viaggio, nel giugno del prossimo anno, si terrá una grande assemblea.
Ma l'impegno della Cgil entra subito nel vivo, a partire dalla discussione sul nuovo Patto per la Salute. Quest'ultimo infatti, sostiene il sindacato, “deve mettere fine alla stagione dei tagli e garantire un finanziamento adeguato per il Servizio sanitario nazionale, puntando parallelamente all'abolizione dei ticket: milioni di cittadini rinunciano a curarsi perché non dispongono delle risorse economiche”. Accanto a quest'ultimo, la Cgil propone “un 'Patto per il sociale' con tre grandi priorità: povertà, non autosufficienza, definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali”. Due patti che devono camminare insieme, perché “sanità e sociale devono operare congiuntamente”. Per quanto riguarda il capitolo della revisione della spesa, “la Spending review è necessaria: bisogna combattere gli sprechi e spendere meglio, in modo appropriato". Ma i risparmi devono restare nel sistema socio sanitario e vanno “restituiti ai cittadini con migliori servizi”.
All'interno della proposta della Cgil si affronta anche il tema prioritario della lotta alla corruzione, “malattia che danneggia anche la sanità e che va debellata con "la trasparenza e l’integrità”. Vengono poi avanzate proposte per rendere uniforme tutto il territorio nazionale in termini di diritti e servizi: nello specifico la Cgil rivendica la garanzia che i Livelli essenziali di assistenza sanitaria e sociale siano diffusi e di qualità in tutto il Paese, come previsto dalla Costituzione, e che i piani di rientro “punitivi” per le regioni in deficit, fatti di tagli, tasse e ticket, vengano trasformati in veri piani di salute e risanamento. E ancora, il sindacato pone l'obiettivo della 'Salute semplice', ovvero rendere facile e veloce l'accesso al servizio sanitario.
Infine tre proposte per innovare il welfare socio sanitario: più prevenzione, più cure primarie h24 nel territorio, più integrazione tra sanità e servizi sociali, anche come risposta alla necessaria riconversione delle reti ospedaliere. Tre proposte, spiega la Cgil, “necessarie per rispondere ai bisogni delle persone, come l'aumento della non autosufficienza e delle patologie croniche”. Ma una vera riorganizzazione, conclude il sindacato di corso d'Italia, “è possibile solo valorizzando il lavoro, superando le precarietà e salvaguardando i livelli di occupazione. Perciò occorre sbloccare la contrattazione e prevedere misure per tutelare e creare lavoro”. Questo in sintesi il menù di proposte della Cgil per la contrattazione sociale nel welfare sociosanitario, che sarà adattato e arricchito con i contributi che arriveranno dai territori toccati dalle tappe del viaggio della campagna 'Salviamo la Salute'.
L'incontro di oggi
All'iniziativa sono intervenuti molti esponenti del mondo sindacale ed accademico. In particolare, hanno parlato Stefano Cecconi, responsabile politiche della Salute Cgil nazionale; Nicola Marongiu, coordinatore area welfare Cgil nazionale; Maria Grazia Giannichedda, presidente Fondazione Basaglia, docente Università di Sassari; Elisabetta Midena, Autorità nazionale Anticorruzione per la valutazione e la trasparenza delle P.a.; Antonio Brambilla, direttore Ass.za Distrettuale, medicina generale, pianificazione servizi sanitari Emilia Romagna; Cecilia Taranto, Fp Cgil nazionale, Elisa Camellini, segretaria nazionale Filcams; Ivan Pedretti, segretario nazionale Spi. Ha concluso di Vera Lamonica, Cgil nazionale (ascolta il podcast integrale della presentazione).
Lamonica: costruiamo la nostra proposta per imporci
"Dobbiamo rafforzare i tratti del nostro pensiero, un pensiero lungo che ha davanti molte trasformazioni". Lo dice il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, concludendo la presentazione della campagna "Salviamo la sanità". "Non è un'iniziativa settoriale della sanità - spiega -, ma il senso che vogliamo dare a questa campagna e iniziativa è riaprire nelle nostre comunità, territori e strutture una fase di costruzione, riflessione e confronto sul welfare e sulla sanità. Dobbiamo mettere in campo energie, forze e proposte: stringiamo alleanze sul territorio per un'operazione che ci serve come il pane, ovvero costruire un'agenda delle priorità".
"Proponiamo nel dibattito pubblico alcune questioni centrali: altrimenti non ce la caviamo, né rispetto a ciò che avviene nei processi reali della società, né a livello di scelte del governo con la sua 'non interlocuzione' coi corpi sociali. Non agiamo sempre di rimessa, con la sola difesa non ce la facciamo. Serve un'azione propositiva in grado di imporsi anche fuori di noi".
Lamonica ha quindi aggiunto: "La crisi è anche cambiamento, è trasformazione profonda: la situazione produce trasformazioni talmente profonde, allora segniamo punti nei temi che riteniamo centrali. Per questo lanciamo la campagna 'Salviamo la Salute', un titolo forte: il nostro welfare non ha coperto bisogni fondamentali, non si è misurato col cambiamento demografico e il lavoro delle donne. Tuttavia - anche così - manteniamo l'orgoglio del welfare: con le differenze tra aree, con i limiti che abbiamo, il sistema è stato una punta avanzata, insieme a un pezzo dell'istruzione. Oggi però il welfare non è più in condizioni di rispondere, questo è il vero allarme. Una risposta adeguata su questi temi ci permetterà di combattere le diseguaglianze, di rilanciare la nostra azione e dare una risposta alla nostra gente".
La mancanza di diritto alla salute, a suo avviso, "è una rabbia che si comunica poco, si vive in solitudine. Dobbiamo dare voce a queste persone: dobbiamo riconnettere il lavoro dentro il sistema sanitario, e possiamo farlo solo nel territorio". La riorganizzazione, a suo avviso, "ha bisogno di un lavoro pubblico dentro gli ospedali capace di rinnovarsi. Le riforme di un settore si fanno insieme, non contro le persone che ci lavorano. Ci piacerebbe un governo che ci sfidi su questo terreno: mettersi intorno a un tavolo per definire come cambiare il comparto".
"Non dobbiamo chiuderci a riccio dinanzi alle proposte di riforma - ha detto Lamonica -: penso invece che dobbiamo discutere, per esempio l'ipotesi di riforma del governo - limitandoci ai titoli - va analizzata per capire di cosa si tratta. Andiamo a vedere cosa vogliono fare, e andiamoci con le nostre proposte. Come sul Patto per la Salute - ha concluso - occorre stringere anche un patto per il sociale", ha concluso.