'Le posizioni del ministro Sacconi sulla contrattazione decentrata suonano come un ricatto". Ad affermarlo è il responsabile Lavoro del Pd, Cesare Damiano, secondo il quale "per fortuna" non spetta al governo disciplinare la libera contrattazione tra le parti sociali.
Secondo Damiano, invece, "il governo si dovrebbe interrogare sul perché, dopo tante esaltazioni della contrattazione di territorio e di azienda essa stenti a decollare. Non solo la crisi economica limita la produttività da distribuire ma va anche riconosciuto che una parte delle imprese non intende seguire questa strada".
'Inoltre - prosegue Damiano - non è secondaria la scelta fatta dal governo di incentivare accanto al salario di produttività, contrattato tra le parti, anche le erogazioni unilaterali delle aziende. Tutto ciò limita la contrattazione decentrata". Per l'esponente del Pd quindi il governo deve "rimuovere questa ultima norma" e "affrontare il tema decisivo dell'aumento del potere d'acquisto delle retribuzioni, unica strada che può ridare fiato ai consumi e all'economia".
Insomma, per Damiano, "non si tratta di rendere il contratto nazionale meno invasivo, ma di trovare un giusto equilibrio tra i due livelli di contrattazione".
Salario: Damiano (Pd), posizioni Sacconi suonano come ricatto
24 agosto 2009 • 00:00