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Settecento esuberi alla Safilo: circa 400 sono previsti nel sito di Longarone (Belluno), una cinquantina nella sede di Padova e 250 a Martignacco. Le intenzioni dell’azienda sono emerse ieri (10 dicembre) durante l’incontro del coordinamento dei lavoratori Safilo con la direzione e la presenza dell’amministratore delegato Angelo Trocchia. A darne notizie sono le Rsu e le segreterie regionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilctem Uil Veneto, che hanno indetto lo sciopero nazionale del gruppo per l’intera giornata di venerdì 13 dicembre e hanno aperto una campagna di assemblee in tutti i posti di lavoro del gruppo per decidere assieme ai lavoratori ulteriori iniziative da adottare.
“L’azienda – si legge nella nota firmata da Rsu e sindacati –, a fronte di iniziative tese a recuperare attività nei siti produttivi italiani, ha comunicato una perdita di volumi pari al 50%. Poiché nel mercato non esistono licenze che possano sostituire la produzione dei marchi che stanno uscendo, ci ha presentato un piano industriale che prevedrebbe una pesantissima riduzione di personale e la chiusura del sito produttivo di Martignacco”.
“Pur prendendo atto di una importante situazione di difficoltà che mette a rischio la sopravvivenza della stessa Safilo – aggiungono i sindacati – ribadiamo che non è possibile che siano sempre i lavoratori a pagare il conto di scelte e strategie inadeguate; pertanto abbiamo richiesto di bloccare qualsiasi procedura per dare inizio a un confronto sulla situazione generale del gruppo e individuare strumenti e azioni che tutelino i lavoratori dichiarati in esubero, coinvolgendo tutte le istituzioni e i ministeri competenti”.