Il Pdl cambia la strategia nella Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio. Alla Camera si sta esaminando la domanda della Procura di Milano di poter perquisire degli uffici che fanno capo a Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby.

Il capogruppo in Giunta, Maurizio Paniz, ha infatti chiesto che la Camera restituisca gli atti a Milano e sollevi un conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale perché competente sui fatti sarebbe il Tribunale dei ministri. Secondo il Pdl, il presidente del Consiglio, telefonando in Questura per aiutare la ragazza marocchina, agì per questioni internazionali ritenendo che Ruby fosse la nipote di Mubarak.

Dalla relazione di Antonio Leone (Pdl) in Giunta era emersa l'intenzione di chiedere semplicemente il diniego dell'autorizzazione. Oggi, invece, il cambio di linea supportato per altro dalle indagini difensive, condotte dai legali del premier Niccolò Ghedini e Piero Longo e depositate in Giunta, nelle quali sono contenute delle dichiarazioni scritte di Ruby in cui la ragazza afferma di essersi presentata a Berlusconi come la nipote di Mubarak.

La proposta del Pdl è stata recepita dal relatore di maggioranza Antonio Leone e sarà sottoposta al voto della Giunta. Una volta in Aula, l'Assemblea dovrà esprimersi sulla richiesta con voto palese mentre nel caso di voto sul sì o no all'autorizzazione è possibile chiedere lo scrutinio segreto.

Per Antonino Lo Presti, deputato di Fli, la decisione del Pdl di chiedere la restituzione degli atti sul caso Ruby al tribunale di Milano, ritenendo competente il tribunale dei Ministri, è dettata dalla paura del voto segreto in aula. "Il Pdl teme il voto segreto", ha dichiarato. Quanto al merito della nuova linea scelta dal Pdl, "non siamo assolutamente d'accordo", ha spiegato