Dimissioni! "Noi chiediamo le dimissioni di Berlusconi e il voto anticipato". E' netto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, alla Camera, dopo il rinvio a giudizio con il rito immediato del premier Silvio Berlusconi. "Non ci occupiamo di reati perché questo è il lavoro della magistratura che deve essere lasciata lavorare. E non ci occupiamo di peccati, perché se ne occupa la Chiesa. Noi ci occupiamo dell'Italia, e non vogliamo che l'Italia vada allo sbando. Questo è il punto di fondo", precisa il segretario Pd. La deputata del Pd, Pina Picierno, è ancora più decisa: "Su tutti i giornali e i siti stranieri rimbalza la notizia del rinvio a giudizio del premier: a questo punto è evidente che non ci sono più conferenze stampa, telefonate in diretta televisiva o raduni nei teatri che possano sollevare Berlusconi dall'unico atto che è tenuto a compiere. Deve dimettersi subito e andare a difendersi davanti ai giudici. Se ne vada, tolga l'Italia dall'imbarazzo, lasci immediatamente la guida del Paese".

Il Pdl attacca. "Le dichiarazioni rilasciate alcuni minuti fa dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani rappresentano una fotografia del degrado antigarantista, antiliberale e antiprogressista della sinistra italiana". Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. 'Il lupo perde il pelo ma non il vizio: sconfitti nelle urne e nelle Aule parlamentari, gli ex comunisti sperano solo nell'uso politico della giustizia.

Idv: la Lega lasci. "Ora che Berlusconi è ufficialmente imputato tolga l'incomodo e si rimetta al giudizio del Tribunale. È un suo dovere nei confronti delle istituzioni e del Paese: chiunque assecondi la sua allergia alla legge si renderà complice di uno scandalo inaudito". Lo dice il capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario. "E' fuori dal mondo che un presidente del Consiglio imputato per prostituzione e concussione non decida di dimettersi- sottolinea- se è scontato che i peones berlusconiani si straccino le vesti, la Lega non si renda corresponsabile del tentativo di agire fuori da ogni attribuzione legittima e tolga l'appoggio al Cavaliere. Mentre le parti lese sono una ragazza minorenne all'epoca dei fatti e il ministero dell'Interno, egli pensa di far causa allo Stato dopo averlo fatto oggetto dei suoi abusi e soprusi".

Ma la lega tace. "Non rispondo a questa domanda". Taglia corto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, oggi a Catania, davanti ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul giudizio immediato deciso al Gip di Milano. Stessa cos afa un altro leghista, il presidente del Veneto Luca Zaia, che non ha voluto commentare la decisione del Gip di Milano riguardo al giudizio immediato per il premier. 'Non parlo di questo argomento - ha detto Zaia davanti alle domande dei giornalisti- perché dobbiamo parlare anche di altro'.

Alfano e il parlamento. La decisione del gip di Milano mette in gioco "la sovranità del Parlamento": lo sostiene il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, conversando con i cronisti a Palazzo Madama. Rispondendo a una domanda sul fatto che il gip non ha tenuto conto del voto di Montecitorio, il Guardasigilli dice: "Evidentemente no, ma questo è un tema che attiene alla sovranità, all'autonomia e all'indipendenza del Parlamento".

Famiglia cristiana: la nemesi. "Con l'aria che tira, la notizia non è il rinvio a giudizio immediato. E' la composizione del collegio giudicante: tre donne". Lo scrive Famiglia Cristiana in un editoriale sul suo sito. "La sentenza- aggiunge il settimanale delle edizioni Paoline- è in mano a tre signore. Viene subito in mente la nemesi. Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito, e in malo modo; le stesse donne faranno giustizia. Che poi la composizione del collegio giudicante sia un caso, o risponda a una intenzione punitiva, i Tg di oggi e la stampa di domani daranno fiato alle trombe della polemica. Se però dobbiamo esprimere un parere, ha torto chi pensa a un esito già scritto. Per questo, basta vedere come si sono espresse le stesse donne, illustri o ignote, competenti o solo volonterose, in articoli e interviste su tutti i giornali italiani". "Rispettiamo i magistrati milanesi che hanno scelto il rito abbreviato per Berlusconi, e nei confronti del premier siamo garantisti come per ogni imputato. Ci auguriamo che questa vicenda sia chiarita al più presto, nell'interesse delle istituzioni italiane". Cosi il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, interpellato dai giornalisti sul rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi.