Alal camera rispunta la legge sulle intercettazioni. Il Pdl accelera infatti sulla cosiddetta legge anti-pm che prevede risarcimenti, fino a 100 mila euro, per "ingiusta intercettazione" per chi, nell'ambito di un procedimento, viene assolto, archiviato e in caso di non luogo a procedere e per i testimoni le cui conversazioni sono finite nel 'tritacarne' mediatico.

Il primo firmatario della proposta, Luigi Vitali, in una conferenza stampa a Montecitorio annuncia che "oggi in commissione Giustizia c'è un ufficio di presidenza e ne chiederemo la calendarizzazione. Ne abbiamo parlato con il nostro capogruppo Enrico Costa, bisogna discuterne al più presto". Per evitare polemiche sulla retroattività, aggiunge Vitali, "potremmo anche eliminare la previsione della retroattività" che "qualcuno vede scritta apposta" per il caso Ruby.

Il testo fu depositato a Montecitorio il 28 ottobre scorso, ossia due giorni dopo che si seppe della telefonata del premier Berlusconi alla Questura di Milano per far affidare l'allora minorenne marocchina a Nicole Minetti (indagata per favoreggiamento della prostituzione minorile).

Vitali respinge "categoricamente" l'ipotesi che la legge sia stata cucita addossoal Ruby-gate, però osserva che "occorre introdurre un principio di responsabilizzazione" per i magistrati "che sbagliano". La proposta prevede infatti sanzioni per un pm o un gip che non hanno competenza territoriale o funzionale e autorizzano un ascolto telefonico o ambientale. Il procedimento disciplinare sarà valutato dal ministro della Giustizia e dal Procuratore generale della Repubblica presso la Cassazione e, dopo una sentenza della Corte dei conti sulla responsabilità contabile" dei magistrati, saranno loro a pagare di tasca propria.

Alla conferenza c'erano anche altri due firmatari del Pdl: Giancarlo Lehner e Roberto Cassinelli. "Per ora i firmatari sono 30- spiega Vitali- ma ci stanno arrivando molte altre richieste di adesione".