Ultimo giorno di corse, il Il 30 gennaio 2013, per l'ippodromo di Tor di Valle, lo storico impianto di trotto della capitale, uno dei più grandi d’Europa – venne inaugurato il 26 dicembre del 1959 –, "celebre anche grazie al film cult Febbre da cavallo", come ricordano in una nota congiunta Fabrizio Micarelli, segretario della Slc Cgil di Roma e Lazio, e Massimiliano Montesi, segretario della Slc Cgil Roma ovest.

“Ieri, presso l’ippodromo – dicono in una nota congiunta i due sindacalisti –, si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali, le Rsu, la proprietà e la società Tor di Valle srl già in liquidazione che gestisce l’impianto. Durante l’incontro la società ha comunicato la chiusura dell’ippodromo e il licenziamento di tutto il personale: un tradimento per i circa cinquanta lavoratori che in questi anni hanno garantito, con un impegno straordinario, il regolare svolgimento dell’attività (nonostante i continui ritardi nel ricevere gli stipendi) e che ancora oggi li vedono creditori di sette mensilità".

“Come al solito a pagare sono sempre gli stessi
– continuano  –. La proprietà dell’ippodromo, infatti, incassa i proventi della vendita dei terreni, il costruttore vede concretizzarsi il suo progetto di valorizzazione dell’area mentre i lavoratori vengono esclusi totalmente dal nuovo progetto e mandati a casa”.

“Ciò avviene – denunciano Micarelli e Montesi – nella più totale indifferenza del sindaco di Roma, che si è affrettato ad annunciare in pompa magna con tanto di conferenza stampa la costruzione del nuovo stadio di calcio che nascerà dalle ceneri dell’ippodromo, ma non si è affatto preoccupato delle ricadute occupazionali, dei lavoratori e delle loro famiglie attualmente impiegati presso l’impianto di Tor di Valle”.