PHOTO
Nel settore agroalimentare "ci sono segnali che possono incoraggiarci e portare un leggero ottimismo". Lo ha detto il segretario generale della Flai Cgil, Stefania Crogi, intervistata su RadioArticolo1 (qui il podcast integrale). "Dopo un calo dei consumi interni che si è registrato nei primi mesi dell'anno - spiega - ci sono segni che sta ricominciando, anche se in maniera graduale, ovvero un aumento dei consumi interni del settore alimentare". Un dato importante, a suo avviso, "è quello dell'export: storicamente nel nostro settore è un elemento importante, ora sta riprendendo un tend positivo".
L'altro segnale è che "abbiamo terminato tutta la tornata della contrattazione di secondo livello con accordi aziendali di gruppo. Intese che servono per redistribuire la produttività, secondo un premio di risultato reso variabile, con dei parametri gestionali o economici ha portato quasi dappertutto a dei buoni importi salariali da mettere in palio. Ciò significa che al di là delle sacche che permangono di crisi, la produttività c'è, in generale c'è una ripresa dei consumi che ha posto le basi per poter costruire unitariamente una piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale".
Stefania Crogi si sofferma sulla piattaforma, appena definita unitariamente dai sindacati. "E' molto ambiziosa - spiega - prima di tutto perché si pone in un momento in cui non abbiamo un modello contrattuale di riferimento nuovo, dato che l'accordo separato del 2009 ormai è scaduto. Per fortuna - però -, in questi anni i vari rinnovi hanno teso a smontare quel modello, ma non a riproporne uno omogeneo che valesse per tutte le categorie". Dunque "è una fase di transizione: la nostra guida di riferimento è stato l'accordo della rappresentanza, che ribadisce e conferma l'importanza dei due livelli negoziali, quello nazionale e quello aziendale o di gruppo o territoriale. Vogliamo ribadire che il contratto nazionale ha un suo ruolo e una funzione, come dice la nostra piattaforma".
"Per noi - prosegue Crogi - ci sono delle parti normative molto importanti che ruotano attorno al concetto dell'inclusività: per la stessa filiera merceologica, all'interno di un sito, va applicato il contratto di riferimento di Federalimentare. Questo significa che, quando si fanno delle operazioni di appalto che non si dovrebbero fare, se rafforziamo la norma tentiamo di riunificare la catena del nostro comparto e mettere un ombrello che valga per i diritti di tutti i lavoratori".
Altro punto della piattaforma, poi, "è che abbiamo inserito il concetto di comunità di sito: ovvero tutti i lavoratori che lavorano all'interno dello stesso sito produttivo, a prescindere dalle applicazioni contrattuali a loro spettanti, devono avere uno stesso comune denominatore su diritti e servizi. Servizi come lavaggio degli abiti e accesso alla mensa, diritti come condividere il rappresentate per la sicurezza, diritto di informazione, di assemblea o votare per le Rsu. Cerchiamo di inserire nella piattaforma tutto ciò che ruota all'interno dello stesso sito produttivo".
Quindi c'è la parte salariale. "Abbiamo chiesto un aumento di 150 euro in quattro anni, a parametro medio. Abbiamo fatto la scelta del quadriennio perché ci sembrava opportuno ormai allungarci di nuovo sui quattro anni, vista la corposità di molti accordi aziendali e di gruppo che richiedono una più lunga gestione e potevano accavallarsi col contratto nazionale. E poi preferiamo avere un arco di tempo più grande davanti, per poter fare una proposta salariale più concreta e più di lunga durata. Insomma - riassume - abbiamo scommesso sulla ripresa del paese, sull'operazione che Draghi sta facendo con l'acquisto di Bund e i Btp con la Banca centrale europea. Si prevede un aumento, una ripresa, una crescita anche dell'inflazione, quindi abbiamo chiesto questa cifra che si aggira intorno alla cifra del 2% di aumento inflattivo annuo". Nella trattativa, si augura Crogi, "ci aspettiamo un comportamento maturo da parte di Federalimentare".
Infine una battuta sull'Expo. "E' una grande vetrina, una scommessa dove tutte le imprese del settore saranno presenti per ribadire il valore e la qualità del nostro cibo, la qualità delle nostre produzioni, l'importanza del cibo all'interno della società. Affrontiamo Expo sia dal versante del diritto al cibo per tutti, che dovrebbe essere inserito nella Costituzione, sia come diritto alla dignità, dunque al lavoro dignitoso e trasparente. Tra cibo, qualità del lavoro e rispetto dei diritti c'è un legame indissolubile", conclude Crogi.
Ascolta l'intervista integrale