Gli operai della Ritel, società elettronica del nucleo industriale reatino, che hanno occupato ieri mattina la sede della dirigenza aziendale, alcuni salendo sul tetto della fabbrica in segno di protesta, sono tornati stamani a presidiare l’azienda e la sede locale dell’associazione industriali per sollecitare uno sblocco della vertenza che sta mettendo a rischio 500 lavoratori tra dipendenti, interinali e indotto. Lo comunica la Cgil di Roma e Lazio in una nota.

"La messa in discussione dei posti di lavoro alla Ritel – dichiara Claudio Di Berardino, segretario generale Cgil di Roma e Lazio – non è legata alla crisi, ma è dovuta essenzialmente allo scontro in atto fra gruppi aziendali tutti facenti parte della stessa compagine azionaria. E’ evidente come questo scontro sulla missione aziendale fra datori di lavoro non possa essere pagato dai lavoratori".

"Pertanto - afferma ancora Di Berardino - basta con i giochi. Invitiamo le associazioni datoriali a livello locale e regionale ad assumersi le proprie responsabilità, sollecitando gli associati a trovare una soluzione immediata al problema”.

“E’ necessario – aggiunge Canio Calitri, segretario generale Fiom Cgil di Roma e Lazio – che il soggetto industriale di maggioranza, l’Industrial Group, acceleri l’uscita dalla compagine aziendale. Solo in questo modo sarà possibile aprire una discussione proficua con un nuovo soggetto industriale che assieme ad Alcatel e Finmeccanica dia una prospettiva industriale e produttiva all’azienda e a tal fine occorre che il ministero convochi quanto prima un incontro".

"Chiediamo inoltre
– riprende Di Berardino – che le istituzioni a livello locale, a partire dalla provincia, facciano un passo in più. La Ritel è un’azienda strategica nel territorio reatino e se il problema non troverà rapida soluzione, dal 1° gennaio 500 persone si troveranno a vivere affidandosi agli ammortizzatori sociali". "Il sindacato – conclude Di Berardino – proseguirà la propria iniziativa di lotta anche al di fuori del territorio provinciale”.