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È tutto pronto per lo sciopero del 5 febbraio delle lavoratrici e dei lavoratori della ristorazione collettiva in attesa del rinnovo del contratto nazionale da più di 32 mesi. Asili nido, scuole, ospedali, case di riposo, mense aziendali e interaziendali, sono più di 80mila le lavoratrici ed i lavoratori che si occupano della ristorazione collettiva nel settore sia pubblico che privato.
Lavorare senza un contratto nazionale vuol dire "non avere adeguate retribuzioni per dei lavoratori che hanno già bassi salari e un contratto povero di diritti" afferma Claudio, che lavora presso una cucina centralizzata per i pasti da asporto, destinati ad ospedali. Daniela dice che saranno in tanti a partecipare allo sciopero perché la gente è arrabbiata: “Per rinnovare il contratto le cooperative ci chiedono di diminuire i nostri diritti: rinunciare ad un terzo dei nostri permessi, non avere più la malattia retribuita. Ma come si fa a non ammalarsi mai quando si lavano continuamente pentole di grandi dimensioni; quando si passa lo straccio per terra o si svolgono altri lavori fisici impegnativi?”.
La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale è andata avanti per mesi, fino al 2 dicembre 2015, quando il negoziato si è interrotto per le proposte inaccettabili delle parti datoriali Angem e Aci(Alleanza delle Cooperative). Riduzione del costo del lavoro, revisione della clausola sociale nei cambi di appalto, abbassamento delle tutele collettive ed individuali, aumenti retributivi irrisori, sono le proposte che condizionavano il rinnovo del contratto. Proposte inaccettabili da parte di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, perchè avrebbero portato ad un ingiustificato arretramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori.
“La situazione è sempre più drammatica” afferma Elisa Camellini segretaria nazionale della Filcams Cgil. “Con responsabilità e rispetto abbiamo portato avanti la trattativa ascoltando le esigenze delle parti datoriali, cercando di trovare soluzioni per affrontare al meglio questo periodo di crisi economica. Lo stesso non si può dire delle nostre controparti.”
Le manifestazioni e le iniziative territoriali
Lo sciopero organizzato a livello locale, vedrà i territori impegnati nelle diverse manifestazioni e presidi.
In Emilia Romagna, dove la protesta è regionale, sono attesi a Bologna più di 700 lavoratrici e lavoratori. Il presidio si svolgerà davanti alla sede di Legacoop Emilia Romagna anche sede di Aci servizi utilities.
Il presidio per le lavoratrici e i lavoratori di Roma e del Lazio sarà la mattina del 5 febbraio a piazza SS.Apostoli, davanti alla sede della Città Metropolitana di Roma Capitale ex Provincia di Roma.
In Campania il presidio si svolgerà in piazza del Plebiscito sotto la Prefettura, mentre per la Toscana l’appuntamento è a Firenze sempre davanti alla prefettura.
A Milano confluiranno anche da altre città della regione per un corteo nel centro cittadino che partirà da Piazza della Scala e raggiungerà la sede milanese di Angem e poi la prefettura, dove una delegazione verrà ricevuta dal Prefetto. Le organizzazioni sindacali di Milano, tra le altre cose, vogliono denunciare il comportamento dei committenti, in molti casi pubblici, che non esigono dalle imprese affidatarie degli appalti il rispetto dei contratti di lavoro e delle normative di legge. Lasciando così i lavoratori di un settore debole, come quello degli appalti, senza tutele di fronte ai propri datori di lavoro.
Inoltre, al prefetto verrà consegnata una lettera per il presidente del consiglio che evidenzia la situazione delle lavoratrici degli appalti scolastici che contrariamente a tutti coloro che lavorano anche per soli 3 mesi all’anno, non hanno diritto ad alcun ammortizzatore sociale nei mesi da giugno a settembre quando non per colpa loro sono prive della possibilità di lavorare.