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“I giovani sono il futuro dell’Europa, della società, del sindacato”. Un’affermazione molto comune e in qualche modo accomodante. È vero: le giovani generazioni sono senz’altro il futuro, ma sono prima di ogni cosa il presente della società, dell’Europa e del sindacato stesso. Come giovani della Ces abbiamo spesso ripetuto che non ci rassegneremo a essere definiti la “generazione perduta” e che il sindacato deve tornare ad essere un luogo di piena cittadinanza anche per le giovani generazioni. Questi saranno i messaggi attorno ai quali i giovani del sindacato europeo incontreranno la propria azione durante il congresso della Ces che si celebrerà a Parigi dal 29 settembre al 2 ottobre 2015.
I giovani hanno pagato senza dubbio il prezzo più alto della crisi economica e dell’austerità: disoccupazione a due cifre, riduzione generalizzata dei diritti sociali, povertà e precarietà come unica condizione possibile nel mercato del lavoro sono solo alcune delle conseguenze più visibili. Rappresentare le istanze e i sogni dei giovani oggi è una sfida a dir poco complessa, soprattutto nel sindacato, spesso percepito come distante e “vecchio”, sottoposto a un attacco denigratorio inedito anche da parte dei mezzi di comunicazione.
La vera questione, in questo senso, non è tanto la presunta diffidenza nei confronti del sindacato da parte dei giovani, bensì il fatto che incontrare il sindacato in un luogo di lavoro oggi è esperienza sempre meno comune: il risultato è quindi una crescente ignoranza della funzione del sindacato, confuso spesso con un partito o un’associazione no profit. Potrebbe sembrare un problema squisitamente italiano, ma l’esperienza maturata all’interno del Comitato giovani della Confederazione europea dei sindacati dimostra che invece la questione attraversa il continente tutto, dalla Scandinavia alle isole del Mediterraneo.
Durante il congresso, il Comitato giovani esprimerà l’urgenza di un’azione sindacale su questi temi, facendo proposte urgenti e talvolta divisive. Spinti da questo senso di urgenza, negli ultimi due anni le priorità dei giovani della Ces sono state appunto la necessità di investimenti pubblici e privati per la creazione di lavoro per i giovani, l’esigenza di un’azione europea coordinata contro la precarietà, la lotta a discriminazioni e diseguaglianze, a partire dal divario di genere, ma anche e soprattutto la necessità di avvicinare le istanze del sindacato a quelle delle giovani generazioni e di favorirne la loro sindacalizzazione e partecipazione (il cosiddetto organizing).
Al congresso della Ces abbiamo quindi promosso – e ottenuto non senza qualche resistenza interna – un dibattito sull’occupazione giovanile a cui parteciperà anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso; animeremo una fotopetizione sui temi della disoccupazione giovanile; faremo informazione sulle numerosissime iniziative finora svolte e su quelle in programma e chiederemo al congresso di votare degli emendamenti allo Statuto della Ces volti a rafforzare la presenza dei giovani nelle strutture decisionali.
Non si tratta né di giovanilismo, né tanto meno di scimmiottare la nostrana “rottamazione”, bensì di tentare di lanciare un messaggio urgente al sindacalismo europeo: i dati più recenti ci dicono che negli ultimi cinque anni il sindacato in Europa ha perso oltre due milioni di iscritti; frutto della disoccupazione crescente e dell’invecchiamento generale della popolazione? Anche, ma le ragioni sono da ricercare nella disaffezione e ignoranza nei confronti del sindacato, che hanno trovato espressione in movimenti come gli indignados e altre aggregazioni scettiche nei confronti del sindacato (spesso con chiara connotazione giovanile) nati in molti Paesi europei. Questi fenomeni ci impongono di riavvicinare le istanze dei giovani e del precariato (condizione ormai sempre più intergenerazionale) all’azione sindacale, pena la nostra irrilevanza o nel peggiore scenario, qualora i dati non segnino un’immediata inversione di tendenza, la scomparsa del sindacato nel giro di qualche decennio.
Cambiare le regole dello Statuto della Ces non è certo un obiettivo, ma semplicemente un mezzo per potere promuovere queste istanze all’interno del gruppo dirigente del sindacato europeo e portare avanti un programma ambizioso, ma necessario: un piano di azione sull’organizing dei giovani lavoratori, un programma Erasmus per giovani sindacalisti, un piano di formazione da rilanciare insieme all’Etui per formare una nuova generazione di sindacalisti europei, l’iscrizione sindacale europea e una campagna europea sulla disoccupazione.
Questo è quanto ha prodotto il Comitato giovani della Ces in questi ultimi due anni. L’elezione di Luca Visentini a segretario generale, sempre attento alle tematiche del rinnovamento e del rafforzamento del sindacato europeo, e dell’ex presidente del Comitato Giovani, il francese Thiébaut Weber nella segreteria confederale, l’affidamento a quest’ultimo di una delega sull’organizing e molti dei contenuti del documento sul ruolo e sul futuro della Ces sono segnali incoraggianti. Ora l’auspicio è che anche a livello nazionale il lavoro dei sindacati per una piena ed effettiva rappresentanza dei giovani e del precariato possa proseguire su questa strada.
* presidente Comitato Giovani Ces