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Sono centinaia gli agenti di polizia aderenti al Silp Cgil scesi in piazza oggi (venerdì 3 marzo) davanti alle Questure italiane, da Nord a Sud, per protestare contro il riordino dei ruoli e delle carriere contenuto nello schema di decreto legislativo (ora inviato alle Commissioni parlamentari competenti) varato dal governo. Un provvedimento che il sindacato giudica “irricevibile”, per il quale ha varato lo slogan #riordinosimanoncosi, rilanciato da tutti i social media.
“Siamo molto soddisfatti, le manifestazioni sono andate bene, soprattutto abbiamo riscontrato grande interesse da parte dei colleghi e dei cittadini” spiega il segretario generale del Silp Cgil Daniele Tissone: “Gli agenti ci hanno chiesto di capire in che forma si svilupperà la propria carriera, ma su questo abbiamo potuto fornire solo risposte molto parziali, considerata la scarsa chiarezza dei testi”.
Ma c’è anche un altro aspetto importante di cui tener conto. “Il personale – argomenta Tissone - ha un’età abbastanza elevata, intorno ai 50 anni. Tuttora, però, non siamo in grado di poter dire ai colleghi se la loro carriera potrà andare avanti o se non riusciranno a progredire prima del pensionamento di vecchiaia”. Ci sono poliziotti “con tantissima esperienza professionale e con tanti titoli che non hanno mai avuto la possibilità, come avvenuto in altri corpi di polizia, di crescere in carriera. Non devono essere ancora penalizzati”.
La protesta, rimarca il segretario generale, non è stata “per avere più risorse, ma per spendere meglio quelle che abbiamo a disposizione. Soprattutto per realizzare una riforma dei ruoli e delle qualifiche che ci renda più efficienti, permettendoci di dare maggiore sicurezza ai cittadini”. Dopo una lunga battaglia sindacale, infatti, il comparto sicurezza e difesa è riuscito a ottenere 760 milioni di euro per il 2017 e 875 milioni dal 2018. “Una somma considerevole, mai avuta a disposizione in passato, che doveva essere il miglior biglietto da visita per un riordino interno delle carriere atteso da 20 anni” aggiunge Tissone.
Ma così non è stato, e il provvedimento emanato dal Consiglio dei ministri lo conferma. “Abbiamo però tre mesi di tempo per apportare migliorie durante i diversi passaggi parlamentari” dice il segretario Silp Cgil, ricordando anche i prossimi appuntamenti. “Lunedì 6 marzo – conclude – avremo un’audizione informale presso le Commissioni competenti della Camera, dove porteremo le nostre ragioni. Ma la mobilitazione proseguirà, almeno fino a quando riusciremo ad apportare le giuste modifiche a un testo finora irricevibile”.