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"Al premier Gentiloni, ai ministri competenti Padoan, Madia, Minniti e Orlando chiediamo con forza un chiarimento sul contratto, che le lavoratrici e i lavoratori in divisa attendono da nove anni, sul balletto di cifre inspiegabili e infondate, che appena qualche giorno hanno fatto trapelare il messaggio di 'miracolosi' aumenti da gennaio. Il dato vero, purtroppo, è che dal 25 luglio scorso, giorno della convocazione e dell'apertura del tavolo contrattuale, non abbiamo avuto più notizie e questo è francamente inaccettabile". Lo affermano, in una nota congiunta, il segretario nazionale della Cgil Fp, Salvatore Chiaramonte, e il segretario generale del Silp Cgil, Daniele Tissone.
"Da tre mesi, il governo è in 'silenzio radio', salvo qualche velina pubblicata dai giornali, più per vendere copie che per dare un contributo alla trattativa. Visto che gli incrementi salariali dovrebbero decorrere da gennaio, come si pensa di chiudere presto e bene un contratto senza alcuna discussione reale sulle piattaforme che abbiamo presentato?", si domandano i due dirigenti sindacali.
"Al presidente del Consiglio chiediamo di confermare le risorse già previste per il rinnovo contrattuale per il 2016 e il 2017, chiediamo certezze sugli 85 euro mensili medi e garanzie per tutto il personale privato dal primo gennaio del bonus da 80 euro, a prescindere dalla qualifica e dal ruolo. Per far questo, servono risorse aggiuntive e occorrono adeguati stanziamenti extracontrattuali per il lavoro straordinario delle forze di polizia, a cui oggi si ricorre in misura smisurata e che soprattutto viene pagato in maniera inferiore rispetto al lavoro ordinario. Lo stesso, dicasi per le restanti voci accessorie. Il 2 dicembre, assieme alla Cgil che scende in piazza per le pensioni, saremo mobilitati anche per questo. Al governo chiediamo risposte, non chiacchiere", concludono i due sindacalisti.