La Flai Cgil presenta il restyling della rivista trimestrale “AE agricoltura, alimentazione, economia, ecologia”, curata insieme alla Fondazione Metes e pubblicata in coedizione Ediesse-Lariser. Pubblichiamo qui l'articolo di Stefania Crogi, segretario generale della sigla di categoria, che apre il nuovo numero del trimestrale. Una riflessione su contrattazione, rappresentanza e proselitismo. L'appuntamento per la presentazione è oggi, 18 settembre, alle 15.30 in Corso d'Italia.

Ci troviamo di fronte, ormai da mesi, a uno scenario politico inedito: un governo nato come tecnico, per traghettare l’Italia fuori dalla crisi, sta assumendo scelte politiche forti, con una impostazione fatta di tagli e sacrifici. Contemporaneamente non c’è nulla, nei provvedimenti assunti fino ad ora, che porti il segno della tanto annunciata equità e tanto meno dello sviluppo. Alcune scelte sono state fatte e sono quelle dei sacrifici per le fasce più deboli ed esposte, o quella di non fare una patrimoniale vera, come più e più volte chiesto in primis dalla Cgil. A queste scelte, tutte politiche, va data una risposta politica e sindacale, cioè contrattuale.

In tale contesto il ruolo del sindacato è fondamentale e, tuttavia, il governo in questi mesi sta tentando, non riuscendoci, di renderlo marginale. Non è un caso che la riforma delle pensioni sia stata fatta dal governo senza nemmeno consultare o ascoltare le organizzazioni sindacali, e che sul ddl di riforma del mercato del lavoro (anche questo firmato Fornero) il governo abbia scelto di registrare esclusivamente una distanza delle parti. In questo modo il ruolo negoziale del sindacato viene in qualche modo messo da parte. Si tratta della fine della concertazione, sostituita dalla verbalizzazione di Monti.

Se guardiamo alla nostra categoria ci troviamo di fronte ad una situazione di stallo per quanto riguarda i rinnovi dei contratti nazionali: dal contratto dell’Industria alimentare ai Cpl in agricoltura, passando per i Consorzi di bonifica. Finita la fase, che giudichiamo positivamente, dei rinnovi dei contratti integrativi, quando si arriva al rinnovo dei Ccnl assistiamo ad una ingessatura, ad uno stop, e questo ci preoccupa.

Viene chiamata in causa la crisi, la difficile congiuntura economica, ma questa non può essere la scusa buona da presentare in ogni momento. Anzi, è proprio attraverso la contrattazione che si può superare la crisi. I rinnovi contrattuali devono essere una opportunità di sviluppo e di crescita, proprio rinnovando, valorizzando il lavoro e rilanciando sul tema dei diritti e delle tutele, poiché deve essere chiaro a tutti – e a tutte le parti datoriali – che uscire dalla crisi non può voler dire tagliare sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, risparmiare sulla sicurezza di chi lavora o liberalizzare selvaggiamente, come abbiamo visto, ad esempio, con il capitolo dei voucher contenuto nel ddl lavoro.

Il contratto è uno strumento per i lavoratori e per le imprese, anche in un’ottica di programmazione e d’investimento sul capitale umano, guardando al futuro. Dalla qualità del lavoro, dalla professionalità e dalla qualità dei prodotti possono venire gli elementi per uscire dalla crisi ed essere attraverso essi competitivi anche sui mercati internazionali. Tutto questo deve essere al centro delle relazioni industriali e sindacali, con il sindacato caparbio nel ricercare il confronto anche là dove esso è più difficile. Infatti, solo se contrattiamo e negoziamo siamo realmente sindacato, e andiamo a svolgere fino in fondo quel ruolo a cui siamo chiamati e per il quale dobbiamo essere giudicati.

Il sindacato deve portare avanti il ruolo negoziale e assumere in pieno la sfida di rilanciare il proselitismo: sotto questo aspetto dobbiamo e possiamo fare di più. Siamo in una fase in cui con l’adesione ci si misura sul ruolo e le azioni che andiamo a svolgere, e dobbiamo far comprendere che è tramite il sindacato e l’adesione a esso che si possono raggiungere obiettivi concreti e soluzioni praticabili. Per questo affermiamo l’importanza del proselitismo, da promuovere a ogni livello, senza il quale ci mancherebbe la forza, il necessario slancio. Il nostro ruolo lo esercitiamo se abbiamo adesioni e, quindi, rappresentanza. Contrattazione, rappresentanza e proselitismo sono i tre lati di un triangolo: tre lati uguali, sui quali lavorare con la stessa intensità.

Sulla rappresentanza voglio ricordare che l’accordo del 28 giugno 2011 indica la centralità del contratto nazionale, il quale può stabilire quelle materie che saranno di pertinenza della contrattazione di secondo livello. Con l’accordo di giugno, si prevedono regole precise su chi detiene la titolarità a firmare i contratti e chi no, proprio sulla base della rappresentanza e rappresentatività.

Come Flai, insieme a Fai e Uila, abbiamo lavorato unitariamente su questo punto delicatissimo. Pensando al valore della rappresentanza e volendo rilanciare il ruolo delle Rsu dei lavoratori, abbiamo siglato un nuovo Patto, dopo diciotto anni dal precedente, per contrattare al meglio le condizioni di lavoro e difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Da questo patto scaturirà, per i lavoratori della Flai, una grande stagione di elezioni per il rinnovo delle Rsu, quindi un input in più per quell’azione di proselitismo di cui parlavamo.